lunedì, maggio 15, 2006

Il ritorno del boemo...come nascondere l'ennesimo FALLIMENTO

ECCO PERCHE' ZEMAN CE L'HA TANTO CON JUVENTUS.
Per risalire alle origini di cotanto odio, e' necessario andare a ritroso nel tempo.
Forse non tutti sanno che zdenek zeman (il minuscolo e' voluto), e' il nipote di CESTMIR VYCPALEK (qui il maiuscolo e' d'obbligo), gia' calciatore dei bianconeri nella stagione 1946-47, quindi allenatore degli stessi nelle stagioni 71-72 e 72-73, con annessi scudetti conquistati. Da cio' si evince che zeman, frequentava spesso l'ambiente bianconero, e questo fece sì che ne divenne un tifoso appassionato (per sua stessa ammissione), sognando un giorno di poter ricalcare le impronte dello zio, e sedere sulla panchina della squadra piu' blasonata d'italia. Le premesse ci sono tutte, infatti zdenek diventa allenatore, e dopo alcune stagioni tra le categorie inferiori (tra alti e bassi), nel 1990-91, alla guida del Foggia, riporta la squadra pugliese in serie A dopo molte sagioni nelle categorie inferiori. Le caratteristiche principali di quel Foggia sono: la corsa, i rossoneri di Zeman non si fermano mai (solo allenamenti e vitamine???), e il gioco spregiudicatamente offensivo, e tant'è, che in due stagioni la squadra allenata dal boemo disputa due campionati piu' che dignitosi (correndo, correndo...). Nella stagione 93-94, nonostante il presidente Casillo ogni anno privi zeman dei suoi elemnti migliori (Signori, Baiano, Rambaudi...) per motivi di "cassa", la squadra tutta "allenamenti e vitamine", lotta per un posto in Europa, zeman ottiene sempre piu' consensi, e si comincia a parlare di una panchina importante. Durante tutta la stagione il nome di zeman è accostato a diverse squardre, tra tutte spicca la JUVENTUS, ormai intenzionata a chiudere il secondo ciclo del TRAP, e quindi intenta a guardarsi intorno, e tutto lascia presagire che il sogno d'infanzia di zdenek sia prossimo ad avverarsi. Ma non c'e' solo zeman nel mirino dei bianconeri, da qualche tempo infatti, i giornali iniziano a sussurrare anche il nome di un certo MARCELLO LIPPI, che in quell' anno siede sulla panchina del Napoli. E' un Napoli che inizia la sua stagione tra mille difficolta', rischiando addirittura di non iscriversi al massimo campionato per motivi economici, e con i tifosi che sono ancora freschi "orfani" di Diego Armando Maradona, che solo tre anni prima, aveva lasciato la citta' partenopea in cirostanze non proprio felici, ma questa e' un'altra storia. Fatto sta, che il Napoli di Marcello Lippi disputa una stagione al di sopra delle aspettative, arrivando anch'esso a sognare un posto in Europa. In pratica l'ironia della sorte ha messo entrambi gli allenatori a contendersi i medesimi traguardi: portare le rispettive squadre in Europa, e sedersi sulla panchina della Juventus. Già prima che si risolvesse la questione "europea", la Juventus con l'avvento della nuova dirigenza (Moggi, Giraudo e Bettega), fa la sua scelta per le stagioni a venire: Marcello Lippi (mai sceta fu piu' azzeccata); mentre il boemo dovra' accontentarsi della meno prestigiosa panchina della Lazio. Ma c'e' ancora un posto in uefa da assegnare: all' ultima giornata del campionato 93-94, il Napoli di Lippi e il Foggia di Zeman sono le uniche due squadre a lottare per il sesto posto. E il destino vuole che ci sia proprio lo scontro diretto tra i due club del meridione. Vince il Napoli per 2-1, che approda in europa, mentre il Foggia perde un treno che non passera' mai piu'. In sintesi Lippi batte Zeman 2-0; e possiamo ragionevolmente considerare questa stagione il prembolo di quelle che saranno le carriere dei due allenatori: il primo farà incetta di vittorie e trofei, mentre il secondo collezionarà esoneri, fallimenti e umiliazioni. Ma ignaro del proprio del proprio destino fallimantare in ambito calcistico, il boemo da quell'anno in poi serbera' un rancore mai sopito nei confronti della squadra che lo ha "tradito" e del collega che gli ha soffiato un posto in nella panchina piu' ambita d'Italia e che ha infranto il sogno di portare il suo foggia TURBO (vitamine e allenamenti, per carità...) in Europa. Inizia la stagione 1994-95, la Juve di Lippi ha fame di vittorie, visto che lo scudetto manca da nove lunghi anni, ma anche la lazio di Zeman ha voglia di diventare grande, e di vincere qualcosa di importante, visto che il suo ultimo trofeo risale al 1974. Quella del 1994-95, e' una stagione che vede i bianconeri protagonisti sia in Italia che in Europa, ed è proprio in quell'anno che comincia la crociata anti-juve e anti-lippi del boemo, sia pur con toni che alla luce di quanto è avvenuto negli anni successivi fanno sorridere, infatti l'accusa che zdenek muove nei confronti della Juve, è quella di avere troppa fortuna, sembra incredibile, ma e' cosi, piu' volte nel corso di quella stagione zeman sosterrà che il primato dei bianconeri è dovuto più dalla buona sorte che dal gioco. A fine stagione Lippi, forte di uno SCUDETTO e di una COPPA ITALIA, conditi dalla finale di Coppa UEFA persa col Parma (la vera rivale dei bianconeri in quell' anno) rispondera' a lui e agli altri antijuventini dicendo la famosa frase:"LA MIA JUVE HA VINTO PERCHE' HA DUE PALLE COSì!" (grande Marcello!); e se Lippi e la Juve festeggiano, la Lazio di zeman, pur disputando una buona stagione arrivando seconda a pari punti con il Parma a "soli" dieci punti dai bianconeri, non coglie alcun trofeo (anche in coppa Italia sara' eliminata dalla Juventus...). La stagione 1995-96, procede tutto sommato tranquilla in chiave JUVE-LIPPI vs zeman, visto che i bianconeri, i quali puntano decisamente alla Champions League, che poi vinceranno (ma non è difficile ipotizzare un zeman sul "trespolo" durante la finale di Roma, cadere dal medesimo al rigore decisivo di Vladimir Jugovic); in campionato non tengono il passo del Milan di Fabio Capello che si laureerà campione d'Italia per la quindicesima volta. Inutile dire che la Lazio del boemo rimarra' ancora a bocca asciutta...Nella stagione 1996-97, ricomincerà l'attacco frontale di zeman verso la Juve di Lippi. Stavolta il boemo, che ha capito che attaccando i bianconeri acquista consensi, accusa la Juve di essere aiutata dagli arbitri, ma a Torino fanno spallucce, anche perche' sono abituati a questo tipo d'accusa da parte di chi e' roso dall'invidia. Ed il boemo in quell'anno ne avra' molti di motivi per mordersi i gomiti, visto che la Juve salira' sul tetto del Mondo, mentre lui conoscerera' il suo primo esonero importante, infatti la sua lazio che non naviga in buone acque, sara' traghettata da Zoff verso un finale di stagione dignitoso, prima che zdenek provochi danni irreparabili. La stagione 97-98 vede approdare zeman alla roma (anche qui il miniscolo e' voluto), senza naturalmente vincere nulla, mentre Lippi con la sua Juve conquistera' Scudetto e Supercoppa Italiana. ma e' proprio al termine di questa stagione che il boemo si scatena. Nel calcio italiano ci sono due strade diverse per arrivare alla fama ed ai consensi: quella piu' difficile e' vincere qualcosa di importante, quella molto piu' facile, e' attaccare la Juve, e zeman, che questo l'ha gia' capito da diverso tempo, vista l'impossibilta' per manifesta incapacita' , di percorrere la prima starda, ha optato per la seconda, piu' facile e sbrigativa. Nell'estate del 1998, rilascia le famose dichiarazioni sul "calcio che deve uscire dalle farmacie", facendo riferimento, anche un po' imboccato dalle domande di qualche giornalista filo-romanista, alla crescita muscolare di Vialli (che gia' da due anni non giocava piu' con la juve, e che comunque era "cresciuto" già a Genova, dove non a caso venne soprannominato "polpaccio di ferro") e Del Piero (che quando arrivo' alla Juve non aveva ancora 19 anni, per cui una crescita muscolare era piu' che leggittimo auspicarsela, casomai ci sarebbe stato da preoccuparsi del contrario se in 5 anni ciò non fosse avvenuto). In realta' in quella famosa intervista, l'allenatore meno voncente d'Italia, altro non era che una pedina mossa contro la società piu' blasonata d'Italia, da parte di una lobby politico-mediatico-giudiziaria volta a distruggere l'immagine della Juventus con le maniere piu' sporche, visto che in campo era impossibile batterla (guarda caso, si sono "ricordati" dopo quattro anni che la Juve era "dopata"). Ma resta il fatto che in tutti questi anni, oltre a collezionare insuccessi ed esoneri lampo l'allenatore boemo, non ha mai perso occasione di attaccare i bianconeri in merito alla faccenda del doping, dalla quale e' nata un indagine ed un processo che in appello si e' concluso come tutti sappiamo (anche se c'è ancora la cassazione). Un altro aspetto curioso, su come il destino si sia preso gioco del boemo, sta nel fatto che gli allenatori che gli sono succeduti nelle due panchine piu' importanti nelle quali si e' seduto (Ericsson alla Lazio e Capello alla Roma), hanno tutti e due raggiunti quegli obbiettivi che zdenek ha puntualmente fallito. Anche in questi ultimi anni le strade di Lippi e zeman hanno continuato a percorrere direzioni opposte. Il primo e' tornato alla Juve giusto in tempo per vincere altri due Scudetti e due Supercoppe Italiane, per poi approdare alla guida della nazionale, con la quale proverà a vincere il quarto Mondiale della sua storia, impresa molto difficile a dir la verità; mentre il secondo ha continuato ad allenare in provincia (con diverse pause di... riflessione...). Attualmente è a Brescia, subentrando a campionato in corso, ha trovato una squadra in piena zona promozione (misteri del calcio, e di Corioni, uno che di calcio non ci capisce niente), ma già dopo qualche giornata, l'ha fatta quasi uscire dalla zona play-off. Ma sono arci sicuro, che se il Brescia dovesse fallire la promozione, la colpa non sara' di zdenek, ma dei giocatori che non assimilano i suoi schemi, d'altronde il buon zeman, nei suoi insuccessi non ci ha mai messo la sua faccia, ma ha sempre dato la colpa ai giocatori, altra differenza con il grande Marcello Lippi, il quale pur avendo vinto molto, quando c'era da ammettere i propri errori, non si e' mai tirato indietro. Ma non deve preoccuparsi, il boemo, tanto a differenza di tutti i suoi colleghi, lui godra' di un credito illimitato, da parte di molti giornalisti e tifosi, per via della sua "crociata" antijuventina, per cui stia tranquillo, e continui a combinar disastri schierando squadre circensi che fanno il fuorigioco a centrocampo (memorabile JUVE-Lecce 5-1 dello scorso anno), sara' sempre giustificato. In conclusione, voglio dire che forse mi sono un po' dilungato con questo post, anche perchè molto probabilmente, il concetto si puo' riassumere con una sola parola: INVIDIA.

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