mercoledì, ottobre 31, 2007

Assemblea Azionisti: Intervento dell'Avv. Antonio Molentino

                                                                           Assemblea Azionisti Juve: Intervento de Il Mago di Ios
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Signor Presidente, Signori Consiglieri, è da più di un anno ormai che mi sembra di vivere una puntata senza fine di “Scherzi a parte”.

Non mi ero particolarmente preoccupato all’epoca della pubblicazione delle prime intercettazioni sui giornali di famiglia (Gazzetta, La Stampa e Corriere) perché ero sicuro che la Triade avrebbe difeso la Juve e noi tifosi con la grinta e la passione di sempre. Ma era tutto uno scherzo e nel giro di pochi giorni Moggi, Giraudo e Bettega sono stati cacciati dalla Juventus.

Mi era stata comunque promessa la nomina di un nuovo consiglio, composto da persone preparate in ambito calcistico. Ma anche questo era uno scherzo e mi è stato rifilato un ex dirigente di grandi magazzini, un esperto di tennis e corse automobilistiche (che all’epoca parlava anche un italiano molto incerto), un allenatore di pallavolo.

Mi aspettavo, come da indicazioni dell’Ing. John Elkann, un grande juventino del passato come Presidente o quanto meno come amministratore. Ma anche questo era uno scherzo e mi è stato rifilato Marco Tardelli.

Mi aspettavo comunque che la società si difendesse “con la massima determinazione senza guardare in faccia nessuno”, come da dichiarazione bellicosa del Dott. Gabetti. Ma anche questo era uno scherzo ed il medesimo giorno, circa sette ore dopo, mi è stata rifilata la “pena congrua” dell’Avvocato Zaccone. Mi aspettavo che la società difendesse le proprie ragioni di fronte al TAR, come mi era sembrato di capire leggendo il “molto motivato” ricorso presentato il 21 agosto “per la doverosa tutela dei propri azionisti, dei terzi portatori di interessi e dei propri tifosi”. Ma anche questo era uno scherzo e dieci giorni dopo mi è stato rifilato il ritiro del ricorso al TAR perché “non sarebbe mai stato accolto” e “non volevamo creare altri problemi al calcio italiano”.

Tralascio per brevità una serie infinita di altri scherzi (il ricorso al TAS mai presentato, la svendita dei calciatori a processi in corso, il rafforzamento di una delle rivali di sempre, la cessione inspiegabile di Mutu, l’acquisto di Boumsong) e vengo ai giorni nostri. Anzi, vale la pena dedicare qualche riflessione sullo scherzo Mutu. Perché è stato deciso di cedere un fuoriclasse del genere? Chi ha deciso di cedere Mutu? Perché è stato ceduto ad un prezzo francamente ridicolo?

Mi aspettavo che più della metà dell’aumento di capitale venisse investita nel calciomercato come da indicazioni dell’amministratore delegato. Ma anche questo era uno scherzo e mi sono ritrovato con una società che ha almeno 40 milioni di euro sui conti correnti e ha investito 53 milioni in nuovi acquisti realizzando tuttavia cessioni per circa 25 milioni.

Mi era stato promesso l’acquisto di tre campioni scelti tra i migliori giocatori d’Europa. Ma anche questo era uno scherzo e mi sono stati rifilati un oggetto misterioso (Tiago), un giocatore già rotto (Andrade) e un argentino dalla scarsa personalità (Almiron), per un investimento complessivo di 32 milioni di euro. Mi era stato detto che pochi in Europa avrebbero fatto un mercato come il nostro. Ma anche questo era uno scherzo e l’investimento netto della Juventus (circa 28 milioni di euro) è inferiore, tanto per fare un esempio, alla cifra spesa dal Real Madrid per l’acquisto di un solo giocatore (il difensore Pepe).

Mi era stato promesso un importante rafforzamento della squadra. Ma anche questo era uno scherzo e mi ritrovo con una formazione titolare che è composta per 9 o 10 undicesimi da giocatori ereditati dalla precedente gestione.

Eppure questo era proprio l’anno in cui andava fatto uno sforzo in più, in modo da poter sfruttare adeguatamente lo spirito di rivalsa e la rabbia della vecchia guardia. Con qualche intervento in più sul mercato e con qualche scelta illogica in meno si poteva costruire una squadra decisamente più forte ed in grado davvero di competere per lo scudetto.

Perché questo è l’anno in cui la Juve deve (o meglio, avrebbe dovuto) vincere lo scudetto. Per far capire a tutti (anche all’Ing Elkann e ai suoi consiglieri) che noi, a differenza di altri, vinciamo senza rubare, vinciamo senza INTERcettare, vinciamo senza ricettare e falsificare documenti, vinciamo senza contabilità creativa su marchi e giocatori. Il ritorno (d’immagine e non solo) sarebbe stato notevole a avrebbe certamente ripagato il maggior investimento iniziale.

Si pensi all’immagine della Juve neopromossa che vince al primo colpo; si pensi all’immagine della Juve, cacciata in Serie B con il marchio dell'infamia, che vince senza Moggi e Giraudo, dimostrando con i fatti che le sentenze di Calciopoli non sono state altro che una ignobile farsa.
Si pensi ai maggiori introiti da sponsorizzazioni, diritti televisivi, cachet per le amichevoli.
Si pensi al ritrovato appeal della società in sede di calciomercato.

Questo è un ragionamento tuttavia che avrebbe potuto fare solo un management preparato con alle spalle un azionista di riferimento con la passione di Gianni e Umberto Agnelli. Attualmente mancano entrambi i requisiti. Manca un management preparato e, soprattutto, che ne capisca di calcio. Non si intravede neppure un briciolo di passione bianconera nell’Ing. John Elkann.

Comunque, non c’è da stupirsi della politica di basso cabotaggio e senza respiro strategico che avete adottato. Tra l’altro, avete scritto Voi stessi in bilancio “che in Juventus non ci sono dirigenti con responsabilità strategiche”.

Non c’è da stupirsi che abbiate utilizzato l'aumento di capitale per cancellare l’indebitamento, lasciando inutilizzati sui conti correnti ben 40 milioni di euro (cosa pensate di farne? pronti contro termine? conto arancio?).

Non c’è da stupirsi che abbiate finanziato la campagna acquisti di quest'anno con il cash flow derivante dalle liquidazioni dell’estate 2006.
Non c’è da stupirsi che abbiate ceduto diversi giocatori con un valore di carico residuo prossimo allo zero, realizzando quindi nel 2006/2007 e nel 2007/2008 plusvalenze per circa 55,8 milioni.

Non c’è da stupirsi che il presidente e l'amministratore delegato abbiano diritto, in caso di risoluzione anticipata del rapporto, ad un’indennità forfetaria di importo pari, rispettivamente, all’ultimo emolumento annuo e a 3 milioni di euro.

Non c’è da stupirsi che FIAT SPA abbia il diritto di recedere dal contratto di sponsorizzazione nel caso in cui si verificasse un cambio di controllo della società. Non c’è da stupirsi. C’è solo da porsi una domanda molto semplice. Tra quanto tempo sarà formalizzata la cessione della Juventus? Mi auguro, ovviamente, il prima possibile.

Vengo ora all’analisi del bilancio.
Apprezzo che nella sezione “Profilo Storico e Palmares” si dica esplicitamente che “la recente storia sportiva della Juventus è legata all’attività svolta durante la presidenza di Vittorio Caissotti di Chiusano … e Franzo Grande Stevens … e sotto la gestione di Antonio Giraudo, Luciano Moggi e Roberto Bettega” e che si ricordi come la squadra abbia conquistato in quel periodo 7 scudetti. Mi sembra un grosso passo avanti rispetto al precedente bilancio, dove la vecchia dirigenza veniva vergognosamente rimossa dalla storia della Juventus (ed il numero degli scudetti, altrettanto vergognosamente e anche un po’ inspiegabilmente, si riduceva a 6).

Mi chiedo tuttavia come mai il Palmares nel nostro sito internet riporti solo 27 scudetti. Non era stato Lei Signor Presidente a correggere il giornalista Antonio Barillà, che nell’intervistarla lo scorso luglio si era lasciato scappare l’infelice espressione “27 scudetti”? Sono andato a rileggermi l’intervista e la Sua replica non lascia davvero spazio a diverse interpretazioni. “Ventinove, prego. Sul campo ne abbiamo vinti ventinove”. Se “sul campo ne abbiamo vinti ventinove”, come mai sul sito ce ne sono solo ventisette?

Probabilmente ce ne sono solo 27 per non contraddire l’Ingegner John Elkann, che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, sempre nel mese di luglio, ha attaccato pesantemente la vecchia gestione dichiarando che “le penalità che la Juve ha subito non le ha avute per niente, c’erano stati comportamenti giudicati inaccettabili e come tali sono stati puniti dalle autorità sportive. La differenza con il Milan si spiega semplicemente con il fatto che per i rossoneri la responsabilità di quei comportamenti è ricaduta su consulenti esterni”.
Neanche Paolo Ziliani, Candido Cannavò o Massimo Moratti avrebbe saputo dire di meglio.

E allora è meglio che ci mettiamo il cuore in pace. Per il nostro azionista di riferimento, la Juve “umbertiana” era amministrata da dei loschi figuri che si sono macchiati di “comportamenti riprovevoli” e che rappresentano “un capitolo triste nella storia della Juventus” (per citare due altre “felici” espressioni dell’Ing Elkann). Per John Elkann gli scudetti certamente non sono 29. Forse sono 27. Molto più probabilmente sono 22. O forse, più semplicemente, all’Ing. Elkann non interessa minimamente il numero di scudetti conquistati dalla Juventus.

Nella medesima intervista al Corriere, l’Ingegner Elkann si è occupato anche di plusvalenze. Eravamo – è bene ricordarlo - nel bel mezzo della plusvalenzopoli di Inter e Milan. Mentre le due squadre ambrosiane erano nell’occhio del ciclone per la vicenda delle plusvalenze gonfiate sugli scambi incrociati di giocatori, John Elkann ha assestato un altro duro colpo alla Triade e alla Juventus. “Le spese di Moggi e Giraudo erano insostenibili, avevano supplito con le plusvalenze ma non si poteva continuare così”. Bisognerebbe forse spiegare all’Ing. Elkann la differenza tra una “plusvalenza alla Zidane” ed una plusvalenza alla “Simone Brunelli” secondo il rito ambrosiano.

Mi sembra quindi assolutamente appropriato che la storia della Juventus riportata sul sito internet termini con queste parole: “il 27 maggio muore Umberto Agnelli. L'arrivo di Fabio Capello sulla panchina bianconera costituisce il capitolo finale dello straordinario binomio Umberto Agnelli - Juventus iniziato quando, a soli 22 anni, diventò il più giovane Presidente della storia della squadra bianconera”. Più precisamente, il 27 maggio 2004, con la morte del Dott. Umberto Agnelli, termina la storia di un grande amore. Quello tra la Juventus e la famiglia Agnelli.

Il bilancio contiene alcune interessanti, ma talvolta incomplete, indicazioni sui contratti di sponsorizzazione e sulla strategia commerciale della società. In settembre 2006 avete rinegoziato i contratti con Sky Italia, con una riduzione dei corrispettivi complessivi per l’esercizio 2006/2007 da 94,5 a 80,2 milioni di euro, per tenere conto della situazione venutasi a creare con la retrocessione della Società in Serie B. Il bilancio non indica tuttavia se la rinegoziazione abbia interessato anche gli esercizi successivi. Con il ritorno in Serie A della Juventus, qual è l’importo dei corrispettivi dovuti da Sky dall’esercizio 2007/2008 in avanti?

Anche il contratto con Nike è stato rinegoziato, con una riduzione dei corrispettivi di circa 4,5 milioni per il 2006/2007 e di ulteriori 4,5 milioni circa ripartiti nei successivi otto anni di contratto. Se ho ben compreso, quindi, a partire dall’esercizio 2007/2008 la riduzione del corrispettivo annuale dovrebbe essere di poco più di 560.000€ (con un incremento quindi di circa 4.000.000 rispetto alla somma concordata per il 2006/2007). E’ così?

L’8 maggio 2007 avete firmato l’accordo definitivo di sponsorizzazione con il Gruppo FIAT, che prevede un corrispettivo complessivo fisso pari a 33 milioni ed un corrispettivo variabile determinato in funzione del raggiungimento di predeterminati risultati sportivi nelle competizioni nazionali e internazionali. Quali sono questi traguardi predeterminati ed i relativi bonus? L’eventuale raggiungimento della Zona Champions – che dopo un interessante dibattito sui concetti di sogno e di utopia – sembra sia l’obiettivo di quest’anno, farebbe scattare un corrispettivo variabile? Di che importo?

Il 14 marzo 2007, dopo una lunga e travagliata gestazione, è venuto alla luce il famoso piano di sviluppo a medio termine. Questo piano di sviluppo contempla, tra le altre cose, una nuova strategia commerciale che prevede l’identificazione di un gruppo ristretto e selezionato di partner nazionali e internazionali. Questo circolo esclusivo e selezionato comprende tuttavia anche un partner dalla reputazione assolutamente discutibile: quel foglio rosa che si trova (per fortuna, sempre meno) sui banconi dei gelati dei bar.

Sul numero di luglio di Hurrà Juventus viene pubblicata un’intervista al Direttore della Gazzetta, l’intertriste Carlo Verdelli. Questo è il primo tassello della santa alleanza commerciale tra la Gazzetta e la Juventus. In quell’intervista Verdelli ha avuto la licenza di offendere i tifosi della Juventus definendoli “squadristi sobillatori”. Nessun dirigente della Juventus si è preso la briga di replicare al Dottor Verdelli, maestro di squadrismo dell’informazione. Non critico la scelta di intervistare il direttore della Gazzetta (anche se le domande del giornalista Simone Stenti sono state piuttosto all’acqua di rose). Ma ritengo inaccettabile, Signor Presidente, che Lei non abbia sentito il dovere di replicare alle indegne accuse di Verdelli. Fermo restando, comunque, che sono orgoglioso di essere stato definito “squadrista sobillatore” da Verdelli.

Quello che poteva sembrare un semplice incidente di percorso ha iniziato ad assumere una veste completamente diversa durante la prima partita di campionato, quando i tabelloni pubblicitari hanno ripetutamente mostrato il logo della Gazzetta dello Sport. Pochi giorni dopo, navigando sul sito internet della società, ho in effetti trovato conferma ai miei sospetti. La sezione sponsor era stata aggiornata. La Gazzetta dello Sport faceva bella mostra di se tra i “commercial partner” della Juventus. Non mi sembra che quest’accordo sia mai stato portato a conoscenza degli azionisti con un comunicato ufficiale della società. E non se ne fa neppure cenno nel bilancio, tra i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio.

Ma la storia dei rapporti commerciali tra la Juventus ed il foglio rosa non è finita qui.
Con un comunicato stampa del 5 ottobre, infatti, avete annunciato “l’accordo di partnership con il Gruppo Editoriale RCS in virtù del quale il quotidiano la Gazzetta dello Sport sarà media partner della società bianconera per tutta la stagione in corso. La testata giornalistica sportiva più gloriosa d’Italia incontra la società calcistica più blasonata, per dar vita ad una partnership che accompagnerà la squadra negli eventi più importanti della stagione”.
Sembrerebbe quindi che il foglio rosa sia commercial e media partner della Juventus. Ma anche di questo accordo non vi è alcun cenno nelle note al bilancio.

Un accordo commerciale tra una società di calcio ed un giornale che di calcio si occupa a tempo pieno e che quindi dovrebbe svolgere un ruolo di controllo è già di per se un obbrobrio a livello di principi. Comunque, mi sembra davvero incredibile che la Juventus abbia deciso di concludere accordi commerciali proprio con il giornale che più di tutti si è distinto nella campagna di killeraggio mediatico contro la Juventus e che ancora oggi non perde occasione per sparare a zero contro di noi. Un caso davvero singolare di partnership…

Comunque sia, quali sono i termini dei rapporti commerciali tra la Juventus e la Gazzetta dello Sport? Quali iniziative comuni pensate di porre in essere? Pensate davvero che i tifosi della Juventus abbiano intenzione di aderire ad iniziative commerciali della Juventus realizzate in partnership con la Gazzetta? Pensate davvero che ai tifosi faccia piacere trovare sul proprio seggiolino allo stadio una copia omaggio del foglio rosa? A me sinceramente da veramente fastidio essere costretto tutte le volte a prendere in mano quel giornale per buttarlo via. Quali sono i corrispettivi dovuti alla Juventus in base a questi accordi? Qual è, in estrema sintesi, il prezzo a cui è stata svenduta, per l’ennesima volta, la nostra dignità?

La remunerazione dei componenti del consiglio di amministrazione è un altro aspetto su cui non mi sembra che il bilancio fornisca un’informativa adeguata. La tabella pubblicata a pagina 87 riporta l’importo dei bonus spettanti al presidente (225.000€) e all’amministratore delegato nonché direttore generale (375.000 euro più un milione che sarà erogato al termine del piano di sviluppo a medio termine). Mancano tuttavia alcune informazioni supplementari:
1. quali sono gli obiettivi cui sono legati i bonus?
2. il Presidente ha già conseguito il diritto al proprio bonus di 225.000 €?
3. il direttore generale ha già conseguito il diritto al proprio bonus di 350.000€?
4. il bonus di un milione di € riconosciuto all’amministratore delegato è già maturato e ne è solamente differita la corresponsione? oppure si tratta di un importo legato al raggiungimento di particolari obiettivi? si tratta inoltre di un importo “una tantum oppure in ciascun esercizio di permanenza in carica l’amministratore delegato potrebbe maturare il diritto a compensi variabile di natura ed importo analoghi?

Nella tabella a pagina 105 è riportata la riconciliazione del risultato netto dell’esercizio chiuso al 30 giugno 2006 determinato in base ai Principi Contabili italiani con il relativo risultato netto determinato in accordo agli IFRS adottati dall’Unione Europea. Le due voci più significative della tabella riguardano il contratto Oilinvest (che comporta una rettifica positiva di 12.600.000) ed il contratto Reti Televisive Italiane che comporta invece una rettifica negativa di 30.000.000. La natura di queste due rettifiche sembrerebbe essere identica, perché in entrambi i casi si tratta di un differimento al futuro, in base ai principi IFRS, di ricavi contabilizzati in passato e derivanti dalla cessione di diritti d’opzione. Mi chiedo tuttavia come mai in un caso (Reti Televisive Italiane) la rettifica sia di segno negativo e nell’altro caso (Oilinvest) la rettifica sia di segno positivo.

Leggendo la tabella a pagina 103, mi sembra che il famoso fondo rischi di 12.600.000 contabilizzato nel bilancio al 30 giugno 2006 sia stato stornato in sede di prima applicazione degli IFRS. Vi chiedo comunque di spiegare più in dettaglio le motivazioni di queste rettifiche, gli effetti contabili complessivi sull’esercizio in corso e gli eventuali effetti contabili sugli esercizi futuri.

Termino il mio intervento, Signor Presidente, ricollegandomi a quanto da Lei dichiarato il giorno del rinnovo del contratto ad Alessandro Del Piero: “Ora dovremo ulteriormente dimostrare che siamo capaci di fare bene, rispettando gli obiettivi che ci siamo posti, centrando perlomeno il quarto posto in campionato. A quel punto credo che un po' di fiducia ce la saremo meritata”. La fiducia non si conquista tanto con il raggiungimento di uno stiracchiato quarto posto in campionato, quanto piuttosto difendendo giorno per giorno la Juventus ed i suoi tifosi dagli attacchi che continuano ad arrivare da più parti. Non l’avete fatto l’anno scorso all’epoca di Farsopoli. Continuate a non farlo quest’anno. Anzi, stipulate accordi commerciali con chi, più di ogni altro, ha contribuito ad infangare il nome della Juventus.

Ci sono invece diversi gruppi ed associazioni di tifosi ed azionisti che continuano a lottare in difesa di un sogno chiamato JUVENTUS.
Immagino, Signor Presidente, che Lei sia a conoscenza delle iniziative legali portate avanti dall’associazione GiùlemanidallaJuve, presieduta da Giuseppe Belviso. Le ricordo in particolare che il 22 maggio scorso, l'Avvocato Luc MISSON ha presentato, in nome e per conto dell'Associazione, ricorso innanzi alla Corte Europea sul Diritto alla Concorrenza al fine di ottenere l’annullamento delle decisioni assunte dalla FIGC a carico della Juventus.

Mi chiedo – e Le chiedo, Signor Presidente – se la Juventus SpA appoggi queste iniziative legali e se sia disposta a sostenere economicamente l’Associazione GiùlemanidallaJuve partecipando al Versamento Day che si svolgerà dal 29 ottobre al 5 novembre prossimi. Sul sito dell’Associazione ci sono tutte le informazioni necessarie.

Un altro gruppo di sostenitori bianconeri – denominato Ju29ro Team – ha lanciato la campagna “Questa FIGC non la finanzio”, invitando tutti i tifosi a manifestare il proprio civile dissenso contro una giustizia sportiva a due velocità rinunciando ad acquistare i prodotti delle aziende partner della FIGC.
Ecco, appoggiare e sostenere tutte queste iniziative potrebbe essere il modo più immediato per cercare di recuperare un minimo di fiducia da parte di tifosi ed azionisti.

Ho l’impressione, tuttavia, anche se spero davvero di sbagliarmi, che l’attivismo di certi tifosi sia visto come il fumo negli occhi dalle parti di Corso Galileo Ferraris e, soprattutto, dalle parti di Corso Matteotti. Spero di non rimanere deluso, per l’ennesima volta, dalle Vostre risposte. Una cosa, tuttavia, me la deve concedere, Signor Presidente. Quando viene intervistato, non dica più che Moratti è “una gran brava persona”. - Assemblea Azionisti Juve: Intervento de Il Mago di Ios
Signor Presidente, Signori Consiglieri,

è da più di un anno ormai che mi sembra di vivere una puntata senza fine di “Scherzi a parte”.
Non mi ero particolarmente preoccupato all’epoca della pubblicazione delle prime intercettazioni sui giornali di famiglia (Gazzetta, La Stampa e Corriere) perché ero sicuro che la Triade avrebbe difeso la Juve e noi tifosi con la grinta e la passione di sempre. Ma era tutto uno scherzo e nel giro di pochi giorni Moggi, Giraudo e Bettega sono stati cacciati dalla Juventus.
Mi era stata comunque promessa la nomina di un nuovo consiglio, composto da persone preparate in ambito calcistico. Ma anche questo era uno scherzo e mi è stato rifilato un ex dirigente di grandi magazzini, un esperto di tennis e corse automobilistiche (che all’epoca parlava anche un italiano molto incerto), un allenatore di pallavolo.
Mi aspettavo, come da indicazioni dell’Ing. John Elkann, un grande juventino del passato come Presidente o quanto meno come amministratore. Ma anche questo era uno scherzo e mi è stato rifilato Marco Tardelli.
Mi aspettavo comunque che la società si difendesse “con la massima determinazione senza guardare in faccia nessuno”, come da dichiarazione bellicosa del Dott. Gabetti. Ma anche questo era uno scherzo ed il medesimo giorno, circa sette ore dopo, mi è stata rifilata la “pena congrua” dell’Avvocato Zaccone.
Mi aspettavo che la società difendesse le proprie ragioni di fronte al TAR, come mi era sembrato di capire leggendo il “molto motivato” ricorso presentato il 21 agosto “per la doverosa tutela dei propri azionisti, dei terzi portatori di interessi e dei propri tifosi”. Ma anche questo era uno scherzo e dieci giorni dopo mi è stato rifilato il ritiro del ricorso al TAR perché “non sarebbe mai stato accolto” e “non volevamo creare altri problemi al calcio italiano”.

Tralascio per brevità una serie infinita di altri scherzi (il ricorso al TAS mai presentato, la svendita dei calciatori a processi in corso, il rafforzamento di una delle rivali di sempre, la cessione inspiegabile di Mutu, l’acquisto di Boumsong) e vengo ai giorni nostri. Anzi, vale la pena dedicare qualche riflessione sullo scherzo Mutu. Perché è stato deciso di cedere un fuoriclasse del genere? Chi ha deciso di cedere Mutu? Perché è stato ceduto ad un prezzo francamente ridicolo?
Mi aspettavo che più della metà dell’aumento di capitale venisse investita nel calciomercato come da indicazioni dell’amministratore delegato. Ma anche questo era uno scherzo e mi sono ritrovato con una società che ha almeno 40 milioni di euro sui conti correnti e ha investito 53 milioni in nuovi acquisti realizzando tuttavia cessioni per circa 25 milioni.
Mi era stato promesso l’acquisto di tre campioni scelti tra i migliori giocatori d’Europa. Ma anche questo era uno scherzo e mi sono stati rifilati un oggetto misterioso (Tiago), un giocatore già rotto (Andrade) e un argentino dalla scarsa personalità (Almiron), per un investimento complessivo di 32 milioni di euro. Mi era stato detto che pochi in Europa avrebbero fatto un mercato come il nostro. Ma anche questo era uno scherzo e l’investimento netto della Juventus (circa 28 milioni di euro) è inferiore, tanto per fare un esempio, alla cifra spesa dal Real Madrid per l’acquisto di un solo giocatore (il difensore Pepe).
Mi era stato promesso un importante rafforzamento della squadra. Ma anche questo era uno scherzo e mi ritrovo con una formazione titolare che è composta per 9 o 10 undicesimi da giocatori ereditati dalla precedente gestione.

Eppure questo era proprio l’anno in cui andava fatto uno sforzo in più, in modo da poter sfruttare adeguatamente lo spirito di rivalsa e la rabbia della vecchia guardia. Con qualche intervento in più sul mercato e con qualche scelta illogica in meno si poteva costruire una squadra decisamente più forte ed in grado davvero di competere per lo scudetto.
Perché questo è l’anno in cui la Juve deve (o meglio, avrebbe dovuto) vincere lo scudetto. Per far capire a tutti (anche all’Ing Elkann e ai suoi consiglieri) che noi, a differenza di altri, vinciamo senza rubare, vinciamo senza INTERcettare, vinciamo senza ricettare e falsificare documenti, vinciamo senza contabilità creativa su marchi e giocatori.
Il ritorno (d’immagine e non solo) sarebbe stato notevole a avrebbe certamente ripagato il maggior investimento iniziale.

Si pensi all’immagine della Juve neopromossa che vince al primo colpo; si pensi all’immagine della Juve, cacciata in Serie B con il marchio dell'infamia, che vince senza Moggi e Giraudo, dimostrando con i fatti che le sentenze di Calciopoli non sono state altro che una ignobile farsa.
Si pensi ai maggiori introiti da sponsorizzazioni, diritti televisivi, cachet per le amichevoli.
Si pensi al ritrovato appeal della società in sede di calciomercato.

Questo è un ragionamento tuttavia che avrebbe potuto fare solo un management preparato con alle spalle un azionista di riferimento con la passione di Gianni e Umberto Agnelli. Attualmente mancano entrambi i requisiti. Manca un management preparato e, soprattutto, che ne capisca di calcio. Non si intravede neppure un briciolo di passione bianconera nell’Ing. John Elkann.

Comunque, non c’è da stupirsi della politica di basso cabotaggio e senza respiro strategico che avete adottato. Tra l’altro, avete scritto Voi stessi in bilancio “che in Juventus non ci sono dirigenti con responsabilità strategiche”.
Non c’è da stupirsi che abbiate utilizzato l'aumento di capitale per cancellare l’indebitamento, lasciando inutilizzati sui conti correnti ben 40 milioni di euro (cosa pensate di farne? pronti contro termine? conto arancio?).
Non c’è da stupirsi che abbiate finanziato la campagna acquisti di quest'anno con il cash flow derivante dalle liquidazioni dell’estate 2006.
Non c’è da stupirsi che abbiate ceduto diversi giocatori con un valore di carico residuo prossimo allo zero, realizzando quindi nel 2006/2007 e nel 2007/2008 plusvalenze per circa 55,8 milioni.
Non c’è da stupirsi che il presidente e l'amministratore delegato abbiano diritto, in caso di risoluzione anticipata del rapporto, ad un’indennità forfetaria di importo pari, rispettivamente, all’ultimo emolumento annuo e a 3 milioni di euro. Non c’è da stupirsi che FIAT SPA abbia il diritto di recedere dal contratto di sponsorizzazione nel caso in cui si verificasse un cambio di controllo della società.

Non c’è da stupirsi. C’è solo da porsi una domanda molto semplice. Tra quanto tempo sarà formalizzata la cessione della Juventus? Mi auguro, ovviamente, il prima possibile.

Vengo ora all’analisi del bilancio.
Apprezzo che nella sezione “Profilo Storico e Palmares” si dica esplicitamente che “la recente storia sportiva della Juventus è legata all’attività svolta durante la presidenza di Vittorio Caissotti di Chiusano … e Franzo Grande Stevens … e sotto la gestione di Antonio Giraudo, Luciano Moggi e Roberto Bettega” e che si ricordi come la squadra abbia conquistato in quel periodo 7 scudetti. Mi sembra un grosso passo avanti rispetto al precedente bilancio, dove la vecchia dirigenza veniva vergognosamente rimossa dalla storia della Juventus (ed il numero degli scudetti, altrettanto vergognosamente e anche un po’ inspiegabilmente, si riduceva a 6).
Mi chiedo tuttavia come mai il Palmares nel nostro sito internet riporti solo 27 scudetti.
Non era stato Lei Signor Presidente a correggere il giornalista Antonio Barillà, che nell’intervistarla lo scorso luglio si era lasciato scappare l’infelice espressione “27 scudetti”? Sono andato a rileggermi l’intervista e la Sua replica non lascia davvero spazio a diverse interpretazioni. “Ventinove, prego. Sul campo ne abbiamo vinti ventinove”.
Se “sul campo ne abbiamo vinti ventinove”, come mai sul sito ce ne sono solo ventisette?
Probabilmente ce ne sono solo 27 per non contraddire l’Ingegner John Elkann, che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, sempre nel mese di luglio, ha attaccato pesantemente la vecchia gestione dichiarando che “le penalità che la Juve ha subito non le ha avute per niente, c’erano stati comportamenti giudicati inaccettabili e come tali sono stati puniti dalle autorità sportive. La differenza con il Milan si spiega semplicemente con il fatto che per i rossoneri la responsabilità di quei comportamenti è ricaduta su consulenti esterni”.
Neanche Paolo Ziliani, Candido Cannavò o Massimo Moratti avrebbe saputo dire di meglio.

E allora è meglio che ci mettiamo il cuore in pace. Per il nostro azionista di riferimento, la Juve “umbertiana” era amministrata da dei loschi figuri che si sono macchiati di “comportamenti riprovevoli” e che rappresentano “un capitolo triste nella storia della Juventus” (per citare due altre “felici” espressioni dell’Ing Elkann). Per John Elkann gli scudetti certamente non sono 29. Forse sono 27. Molto più probabilmente sono 22. O forse, più semplicemente, all’Ing. Elkann non interessa minimamente il numero di scudetti conquistati dalla Juventus.
Nella medesima intervista al Corriere, l’Ingegner Elkann si è occupato anche di plusvalenze. Eravamo – è bene ricordarlo - nel bel mezzo della plusvalenzopoli di Inter e Milan. Mentre le due squadre ambrosiane erano nell’occhio del ciclone per la vicenda delle plusvalenze gonfiate sugli scambi incrociati di giocatori, John Elkann ha assestato un altro duro colpo alla Triade e alla Juventus. “Le spese di Moggi e Giraudo erano insostenibili, avevano supplito con le plusvalenze ma non si poteva continuare così”. Bisognerebbe forse spiegare all’Ing. Elkann la differenza tra una “plusvalenza alla Zidane” ed una plusvalenza alla “Simone Brunelli” secondo il rito ambrosiano.
Mi sembra quindi assolutamente appropriato che la storia della Juventus riportata sul sito internet termini con queste parole: “il 27 maggio muore Umberto Agnelli. L'arrivo di Fabio Capello sulla panchina bianconera costituisce il capitolo finale dello straordinario binomio Umberto Agnelli - Juventus iniziato quando, a soli 22 anni, diventò il più giovane Presidente della storia della squadra bianconera”. Più precisamente, il 27 maggio 2004, con la morte del Dott. Umberto Agnelli, termina la storia di un grande amore. Quello tra la Juventus e la famiglia Agnelli.

Il bilancio contiene alcune interessanti, ma talvolta incomplete, indicazioni sui contratti di sponsorizzazione e sulla strategia commerciale della società. In settembre 2006 avete rinegoziato i contratti con Sky Italia, con una riduzione dei corrispettivi complessivi per l’esercizio 2006/2007 da 94,5 a 80,2 milioni di euro, per tenere conto della situazione venutasi a creare con la retrocessione della Società in Serie B. Il bilancio non indica tuttavia se la rinegoziazione abbia interessato anche gli esercizi successivi. Con il ritorno in Serie A della Juventus, qual è l’importo dei corrispettivi dovuti da Sky dall’esercizio 2007/2008 in avanti?
Anche il contratto con Nike è stato rinegoziato, con una riduzione dei corrispettivi di circa 4,5 milioni per il 2006/2007 e di ulteriori 4,5 milioni circa ripartiti nei successivi otto anni di contratto. Se ho ben compreso, quindi, a partire dall’esercizio 2007/2008 la riduzione del corrispettivo annuale dovrebbe essere di poco più di 560.000€ (con un incremento quindi di circa 4.000.000 rispetto alla somma concordata per il 2006/2007). E’ così?

L’8 maggio 2007 avete firmato l’accordo definitivo di sponsorizzazione con il Gruppo FIAT, che prevede un corrispettivo complessivo fisso pari a 33 milioni ed un corrispettivo variabile determinato in funzione del raggiungimento di predeterminati risultati sportivi nelle competizioni nazionali e internazionali. Quali sono questi traguardi predeterminati ed i relativi bonus? L’eventuale raggiungimento della Zona Champions – che dopo un interessante dibattito sui concetti di sogno e di utopia – sembra sia l’obiettivo di quest’anno, farebbe scattare un corrispettivo variabile? Di che importo?

Il 14 marzo 2007, dopo una lunga e travagliata gestazione, è venuto alla luce il famoso piano di sviluppo a medio termine. Questo piano di sviluppo contempla, tra le altre cose, una nuova strategia commerciale che prevede l’identificazione di un gruppo ristretto e selezionato di partner nazionali e internazionali.
Questo circolo esclusivo e selezionato comprende tuttavia anche un partner dalla reputazione assolutamente discutibile: quel foglio rosa che si trova (per fortuna, sempre meno) sui banconi dei gelati dei bar.
Sul numero di luglio di Hurrà Juventus viene pubblicata un’intervista al Direttore della Gazzetta, l’intertriste Carlo Verdelli. Questo è il primo tassello della santa alleanza commerciale tra la Gazzetta e la Juventus. In quell’intervista Verdelli ha avuto la licenza di offendere i tifosi della Juventus definendoli “squadristi sobillatori”. Nessun dirigente della Juventus si è preso la briga di replicare al Dottor Verdelli, maestro di squadrismo dell’informazione. Non critico la scelta di intervistare il direttore della Gazzetta (anche se le domande del giornalista Simone Stenti sono state piuttosto all’acqua di rose). Ma ritengo inaccettabile, Signor Presidente, che Lei non abbia sentito il dovere di replicare alle indegne accuse di Verdelli. Fermo restando, comunque, che sono orgoglioso di essere stato definito “squadrista sobillatore” da Verdelli.

Quello che poteva sembrare un semplice incidente di percorso ha iniziato ad assumere una veste completamente diversa durante la prima partita di campionato, quando i tabelloni pubblicitari hanno ripetutamente mostrato il logo della Gazzetta dello Sport.
Pochi giorni dopo, navigando sul sito internet della società, ho in effetti trovato conferma ai miei sospetti. La sezione sponsor era stata aggiornata. La Gazzetta dello Sport faceva bella mostra di se tra i “commercial partner” della Juventus. Non mi sembra che quest’accordo sia mai stato portato a conoscenza degli azionisti con un comunicato ufficiale della società. E non se ne fa neppure cenno nel bilancio, tra i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio.
Ma la storia dei rapporti commerciali tra la Juventus ed il foglio rosa non è finita qui.
Con un comunicato stampa del 5 ottobre, infatti, avete annunciato “l’accordo di partnership con il Gruppo Editoriale RCS in virtù del quale il quotidiano la Gazzetta dello Sport sarà media partner della società bianconera per tutta la stagione in corso. La testata giornalistica sportiva più gloriosa d’Italia incontra la società calcistica più blasonata, per dar vita ad una partnership che accompagnerà la squadra negli eventi più importanti della stagione”.
Sembrerebbe quindi che il foglio rosa sia commercial e media partner della Juventus. Ma anche di questo accordo non vi è alcun cenno nelle note al bilancio.
Un accordo commerciale tra una società di calcio ed un giornale che di calcio si occupa a tempo pieno e che quindi dovrebbe svolgere un ruolo di controllo è già di per se un obbrobrio a livello di principi.

Comunque, mi sembra davvero incredibile che la Juventus abbia deciso di concludere accordi commerciali proprio con il giornale che più di tutti si è distinto nella campagna di killeraggio mediatico contro la Juventus e che ancora oggi non perde occasione per sparare a zero contro di noi. Un caso davvero singolare di partnership…
Comunque sia, quali sono i termini dei rapporti commerciali tra la Juventus e la Gazzetta dello Sport? Quali iniziative comuni pensate di porre in essere? Pensate davvero che i tifosi della Juventus abbiano intenzione di aderire ad iniziative commerciali della Juventus realizzate in partnership con la Gazzetta? Pensate davvero che ai tifosi faccia piacere trovare sul proprio seggiolino allo stadio una copia omaggio del foglio rosa? A me sinceramente da veramente fastidio essere costretto tutte le volte a prendere in mano quel giornale per buttarlo via. Quali sono i corrispettivi dovuti alla Juventus in base a questi accordi? Qual è, in estrema sintesi, il prezzo a cui è stata svenduta, per l’ennesima volta, la nostra dignità?

La remunerazione dei componenti del consiglio di amministrazione è un altro aspetto su cui non mi sembra che il bilancio fornisca un’informativa adeguata. La tabella pubblicata a pagina 87 riporta l’importo dei bonus spettanti al presidente (225.000€) e all’amministratore delegato nonché direttore generale (375.000 euro più un milione che sarà erogato al termine del piano di sviluppo a medio termine). Mancano tuttavia alcune informazioni supplementari:
1. quali sono gli obiettivi cui sono legati i bonus?
2. il Presidente ha già conseguito il diritto al proprio bonus di 225.000 €?
3. il direttore generale ha già conseguito il diritto al proprio bonus di 350.000€?
4. il bonus di un milione di € riconosciuto all’amministratore delegato è già maturato e ne è solamente differita la corresponsione? oppure si tratta di un importo legato al raggiungimento di particolari obiettivi? si tratta inoltre di un importo “una tantum oppure in ciascun esercizio di permanenza in carica l’amministratore delegato potrebbe maturare il diritto a compensi variabile di natura ed importo analoghi?

Nella tabella a pagina 105 è riportata la riconciliazione del risultato netto dell’esercizio chiuso al 30 giugno 2006 determinato in base ai Principi Contabili italiani con il relativo risultato netto determinato in accordo agli IFRS adottati dall’Unione Europea. Le due voci più significative della tabella riguardano il contratto Oilinvest (che comporta una rettifica positiva di 12.600.000) ed il contratto Reti Televisive Italiane che comporta invece una rettifica negativa di 30.000.000. La natura di queste due rettifiche sembrerebbe essere identica, perché in entrambi i casi si tratta di un differimento al futuro, in base ai principi IFRS, di ricavi contabilizzati in passato e derivanti dalla cessione di diritti d’opzione. Mi chiedo tuttavia come mai in un caso (Reti Televisive Italiane) la rettifica sia di segno negativo e nell’altro caso (Oilinvest) la rettifica sia di segno positivo.

Leggendo la tabella a pagina 103, mi sembra che il famoso fondo rischi di 12.600.000 contabilizzato nel bilancio al 30 giugno 2006 sia stato stornato in sede di prima applicazione degli IFRS. Vi chiedo comunque di spiegare più in dettaglio le motivazioni di queste rettifiche, gli effetti contabili complessivi sull’esercizio in corso e gli eventuali effetti contabili sugli esercizi futuri.

Termino il mio intervento, Signor Presidente, ricollegandomi a quanto da Lei dichiarato il giorno del rinnovo del contratto ad Alessandro Del Piero: “Ora dovremo ulteriormente dimostrare che siamo capaci di fare bene, rispettando gli obiettivi che ci siamo posti, centrando perlomeno il quarto posto in campionato. A quel punto credo che un po' di fiducia ce la saremo meritata”. La fiducia non si conquista tanto con il raggiungimento di uno stiracchiato quarto posto in campionato, quanto piuttosto difendendo giorno per giorno la Juventus ed i suoi tifosi dagli attacchi che continuano ad arrivare da più parti. Non l’avete fatto l’anno scorso all’epoca di Farsopoli. Continuate a non farlo quest’anno. Anzi, stipulate accordi commerciali con chi, più di ogni altro, ha contribuito ad infangare il nome della Juventus.

Ci sono invece diversi gruppi ed associazioni di tifosi ed azionisti che continuano a lottare in difesa di un sogno chiamato JUVENTUS.
Immagino, Signor Presidente, che Lei sia a conoscenza delle iniziative legali portate avanti dall’associazione GiùlemanidallaJuve, presieduta da Giuseppe Belviso. Le ricordo in particolare che il 22 maggio scorso, l'Avvocato Luc MISSON ha presentato, in nome e per conto dell'Associazione, ricorso innanzi alla Corte Europea sul Diritto alla Concorrenza al fine di ottenere l’annullamento delle decisioni assunte dalla FIGC a carico della Juventus.

Mi chiedo – e Le chiedo, Signor Presidente – se la Juventus SpA appoggi queste iniziative legali e se sia disposta a sostenere economicamente l’Associazione GiùlemanidallaJuve partecipando al Versamento Day che si svolgerà dal 29 ottobre al 5 novembre prossimi. Sul sito dell’Associazione ci sono tutte le informazioni necessarie.

Un altro gruppo di sostenitori bianconeri – denominato Ju29ro Team – ha lanciato la campagna “Questa FIGC non la finanzio”, invitando tutti i tifosi a manifestare il proprio civile dissenso contro una giustizia sportiva a due velocità rinunciando ad acquistare i prodotti delle aziende partner della FIGC.
Ecco, appoggiare e sostenere tutte queste iniziative potrebbe essere il modo più immediato per cercare di recuperare un minimo di fiducia da parte di tifosi ed azionisti.
Ho l’impressione, tuttavia, anche se spero davvero di sbagliarmi, che l’attivismo di certi tifosi sia visto come il fumo negli occhi dalle parti di Corso Galileo Ferraris e, soprattutto, dalle parti di Corso Matteotti.

Spero di non rimanere deluso, per l’ennesima volta, dalle Vostre risposte. Una cosa, tuttavia, me la deve concedere, Signor Presidente. Quando viene intervistato, non dica più che Moratti è “una gran brava persona”. - 27 October 2007
Vittorio Salvadori di Wiesenhoff

Vittorio Salvadori di Wiesenhoff

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                                                                                Assemblea Azionisti: Intervento dell'Avv. Antonio Molentino
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Preg.mo Presidente,
Onorevole C.D.A,
all’indomani dell’assemblea degli azionisti tenutasi il 20-04-2007 la quasi totalità dei giornalisti presenti sostenne sulle pagine dei quotidiani che i piccoli azionisti erano stati azzittiti dal Presidentissimo Giampiero Boniperti. Tutti i commenti si incentrarono, sostanzialmente, sull’intervento dell’ex Presidente. Nessun accenno, al contrario, venne fatto sullo svolgimento dell’assemblea e sui vari argomenti affrontati. I piccoli azionisti furono dipinti come dei signor nessuno ai quali non era sufficiente possedere le azioni della JUVENTUS per poter esprimere il loro parere. Nella sostanza i piccoli azionisti furono ricoperti di insulti senza alcun accenno ai motivi fondanti i loro interventi.

In particolare il signor Massimiliano NEROZZI, sulla STAMPA del 21-04-2007, scrisse: “Quando il verbale dell’assemblea degli azionisti Juve, per toni e argomentazioni, sta ormai somigliando a una pagina da «Bar Sport» di Stefano Benni, in sala si alza un signore che, il 2 aprile scorso, ha compiuto sessant’anni di vita bianconera. Uno che, afferrato il microfono, non ha bisogno di aumentare il volume per farsi ascoltare: Giampiero Boniperti. Gli aveva spedito un invito per l’appuntamento, che alla fine approverà l’aumento di capitale da 104,8 milioni di euro deciso dal cda, il presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli, «ma che venisse, non ci speravo troppo». Non è un presenzialista, Boniperti, e parla raramente. Ha deciso di farlo ieri, sorprendendo tutti, per prendere le difese di una dirigenza verso la quale si stavano riversando le critiche più disparate.

Ovviamente legittime, trattandosi di assemblea, ma molte da «Bar Sport», appunto: non basta mettersi in tasca un pacchetto di azioni per essere, al tempo stesso, cassazionisti, esperti in diritto amministrativo, revisori dei conti, direttori sportivi, allenatori. Soprattutto, il bersaglio dei piccoli azionisti-tifosi-inquisitori resta piantato nell’estate scorsa. Coagulato, il capo d’accusa principale suona così: non avete difeso abbastanza la Juve e avete affidato il compito di farlo nelle aule all’avvocato Cesare Zaccone, il sommo colpevole. Nelle parole di Boniperti, diventa il primo degli assolti: «Zaccone ha indovinato tutto - scandisce - e se siamo arrivati lì, siamo stati fortunati, per quello che è successo». L’avesse detto chiunque, in quella sala, sarebbe scoppiato il pandemonio, invece non vola una parola.

Dura rispondere a uno che è stato giocatore, capitano, consigliere, amministratore delegato, presidente e, adesso, presidente onorario della tua squadra del cuore. Poco prima, ci aveva provato Cobolli Gigli, pure cercando di non perdere la pazienza: «Non posso alterarmi per doveri di carica». Però s’era innescato subito il battibecco con i piccoli azionisti: «Palazzi aveva chiesto per la Juve una categoria inferiore alla serie B - aveva detto il presidente bianconero - e Zaccone, rispondendo a una domanda, aveva parlato della penalizzazione. Ma rispondendo a una domanda. Senza di lui forse non saremmo neanche in assemblea, oggi, perché saremmo in serie C». Detto fra le interruzioni.

Così, alle 13,44, dopo tre ore e un quarto di assemblea, s’è alzato Boniperti: «Non so chi sia più juventino di me in questa sala - attacca - e ora devo dire due parole a questi signori», continua riferendosi al tavolo di Cobolli Gigli e dell’ad Jean-Claude Blanc. «Sono persone perbene, persone che il calcio, prima, forse lo avevano letto sul giornale. Si impegnano dalla mattina alla sera, lasciateli portare la Juventus in serie A e poi vediamo come si muovono. Faccio gli auguri, io che ho vinto 14 scudetti su 29, diciamo». Poi, rivolto alla platea: «Ve lo dico con tutto il cuore, giriamo pagina, non possiamo tornare indietro. Fate una bella Juve, amministrata bene e con classe. Ma - ancora alla sala - vi prego, voltiamo pagina e veniamo a parlare in assemblea diversamente». Solo applausi a uno che, pur esiliato sotto la dittatura di Moggi e Giraudo, ha tenuto sempre il cuore vicino al pallone. Prima, s’era ascoltato di tutto: «Bisognava rivolgersi anche a un tribunale extraterrestre»; e «nessun processo giacobino potrà mai cambiare la storia della Juve».

Voler ricordare al signore autore dell’articolo menzionato che è condizione essenziale per poter partecipare all’assemblea degli azionisti il possesso di un mucchio di azioni potrebbe sembrare atto fine a se stesso ma, purtroppo, conoscendo il grado di conoscenza dei giornalisti italiani in materia legislativa, risulta, oltre modo, necessario. Per poter partecipare all’assemblea , ai sensi e per gli effetti del Codice Civile Italiano, è sufficiente possedere delle azioni. Per poter esprimere il proprio parere ed il proprio voto è sufficiente possedere le azioni. Se, a giudizio dell’esimio giornalista, l’assemblea del 20-04-2007 assunse i connotati di una discussione da Bar dello Sport poco conta.

Per poter esprimere tale giudizio, inoltre, bene avrebbe fatto a scrivere il contenuto degli interventi dei piccoli azionisti in modo da dare la possibilità ai lettori di esprimere il proprio giudizio liberamente ed anche per suffragare con prove il suo assunto. Anche perché gli interventi dei piccoli azionisti, ed in particolare quello del sottoscritto, avevano come punto di riferimento argomenti sostenuti in modo chiarissimo dalla stessa società della Juventus in sede di ricorso al TAR. Per l’esimio, orbene, per la proprietà transattiva, anche il Ricorso al Tar della Juventus era qualificabile come argomento da Bar dello Sport.

Su un punto convengo, comunque, con il signor NEROZZI: non è sufficiente possedere un mucchio di azioni per essere esperti di diritto amministrativo o essere cassazionisti in quanto è necessario, al contrario, preliminarmente conseguire una Laurea ed un titolo professionale, mediante pubblico concorso, e successivamente, magari, ottenere titoli accademici di specializzazione oltre che frequentare aule di TAR.

Se il signor NEROZZI avesse occupato parte del suo preziosissimo tempo a verificare la carriera ed i titoli professionali di ciascuno di noi avrebbe potuto verificare che quanto da lui scritto era privo di fondamento oltre che gravemente lesivo della reputazione dei piccoli azionisti. Non avendo fatto questa semplice ricerca ha perso una buona occasione per tacere. Per soddisfare, comunque, le voglie e le manie di grandezza del giornalista suggerirei al Presidente ed al CDA di invitare alla prossima assemblea degli azionisti i seguenti signori :
• Il presidente degli Stati Uniti d’America
• Il presidente dell’ONU
• Il presidente della Repubblica Italiana
• Il presidente del Consiglio dei Ministri
• Il procuratore Generale presso La Corte di Cassazione
• Il presidente della Corte Costituzionale.

Probabilmente fareste cosa gradita al signor NEROZZI smanioso di scrivere articoli sulle personalità di spicco dell’intero quadro istituzionale e costretto a scrivere, invece, nonostante le sue proverbiali capacità, di volgarissime discussioni da Bar dello Sport. Chiudo la parentesi riguardante i commenti post assemblea del 20-04-2007 , ricordando al signor NEROZZI che non è sufficiente avere alle spalle 60 anni di dirigenza Juventina per poter esprimere giudizi di carattere giuridico quando non si è mai entrati in aula di tribunale e quando non si è mai aperto un codice. Così come non è sufficiente essere un’ICONA della Juventus per poter partecipare all’assemblea degli azionisti. Peccato che il signor NEROZZI non abbia sottolineato e riportato le parole d’affetto e di riconoscenza proferite nei confronti di Boniperti da parte di tutti noi, che avevamo il diritto di chiedergli di non partecipare all’assemblea ma che, al contrario, accogliemmo con entusiasmo e riconoscenza.

L’unica persona che ha raccontato, fedelmente e con grande onestà intellettuale, come si è svolta realmente l’assemblea del 20-04-2007 è stato il presidente Giovanni Cobolli Gigli, il quale intervistato dai giornalisti di SKY nel pre-partita di Juventus-Genoa, a seguito dell’ennesima domanda pretestuosa, disse: ”i piccoli azionisti non si sono dimostrati facinorosi o nostalgici ma ci hanno contestato , principalmente, le scelte riguardanti il tar ed i rapporti con i media”. Per questo gesto, figlio di grande correttezza ed onestà, esprimo il mio più vivo ringraziamento al dott. Giovanni Cobolli Gigli. Per quanto riguarda il progetto di bilancio vorrei soffermarmi, preliminarmente e principalmente, sul contenuto della lettera di accompagnamento del Presidente.

Leggo che il Presidente, con somma soddisfazione, sottolinea il lancio del nuovo canale televisivo ( Juventus Channel) al fine di garantire un contatto diretto tra tifosi e squadra. Il tutto, ovviamente, rientra nel progetto che prevede una maggiore partecipazione dei tifosi alla vita della squadra ed una maggiore sensibilità da parte della società verso gli interessi, i sentimenti e le passioni dei tifosi bianconeri. Il Presidente, inoltre, rileva, con orgoglio, che sono stati raggiunti importanti risultati negoziali con gli sponsor ed i partner commerciali.

Tralascio, volutamente, l’aspetto riguardante il calcio mercato ed il conseguente, ipotetico, rinforzamento della prima squadra perché reputo opportuno attendere la fine del campionato per trarre le dovute considerazioni, non prima , però, di rilevare che definire positivo quanto fatto in sede di campagna acquisti (escludendo le conferme dei vari big) è alquanto pernicioso. Emerge, orbene, dalla lettera del Presidente, che la Società ha voluto continuare nell’opera di riavvicinamento dei tifosi, mediante il nuovo canale televisivo, ed ha ottenuto successi in sede di negoziazione dei contratti con gli sponsor ed i partner commerciali.

A pagina 14 del progetto alla voce tifosi, politiche commerciali, partner e iniziative di comunicazione , inoltre, si insiste sull’aspetto del rapporto con i tifosi e si annuncia la nascita di un nuovo sito per venire incontro alle esigenze di un pubblico sempre più esigente (testuali parole). Il terzo che dovesse leggere quanto riportato, finora, giungerebbe alla conclusione che questa nuova società tiene in grande considerazione i sentimenti e le aspettative dei tifosi e si adopera al meglio grazie ad una nuova campagna di comunicazione.

Tali affermazioni restano, purtroppo, semplici dichiarazioni pubblicitarie e propagandistiche prive di un riscontro pratico. Nessun avvicinamento e nessuna considerazione dei tifosi e dei loro sentimenti, fino ad oggi, si sono avuti. E’ assolutamente inutile pubblicizzare iniziative se poi si pongono in essere comportamenti che allontanano la gente dalle decisioni societarie. Come si può coniugare quanto affermato dal Presidente e quanto riportato nel progetto di bilancio con la scelta di stipulare un contratto commerciale con la gazzetta dello sport?

Il Presidente ed il CDA conoscono il giudizio dei tifosi juventini sul “FOGLIO ROSA”?
Se vi è un atto che crea una voragine tra i tifosi juventini e la dirigenza è proprio l’accordo con la Gazzetta dello Sport.
Per comprendere ciò è sufficiente visitare tutti i forum ed i blog juventini della rete. Su tutte le home-page degli stessi campeggia l’iniziativa di boicottaggio nei confronti del giornale che si trova, sempre meno, sui banconi del Bar dello Sport .

Nell’ultimo mese sugli stessi siti juventini è stato lanciato un sondaggio: “quale è il peggior quotidiano sportivo?” Hanno votato, fino al 24/10/07, 1482 utenti, dei quali 1340 ( 90,41%) hanno votato senza esitazione alcuna: GAZZETTA DELLO SPORT. I siti presi a campione sono i più frequentati della rete: www.juworld.net, www.vecchiasignora..com, www.j1897/forum .com, www.giulemanidallajuve.com.

Non vi possono, dunque, essere dubbi circa il pensiero della maggioranza dei tifosi della Juventus : La gazzetta è il peggior quotidiano sportivo italiano.
Il vedere pubblicizzato sul sito ufficiale della società l’accordo ed il vedere definito il più glorioso quotidiano sportivo il giornale rosa, ha determinato in tutti noi una sensazione di profondo distacco dalle decisioni societarie.

Ma vi è di più: Hurrà Juventus ha pubblicato un intervista al direttore della Gazzetta , il quale ha definito i tifosi juventini “ terroristi” .
Sentirsi dare del terrorista da un giornalista, che non conosce la differenza tra un avviso di garanzia ed una sentenza definitiva potrebbe lasciare tutti noi indifferenti, ma l’essere offesi sul giornale juventino per eccellenza lascia sgomenti. Leggere, infine, che Carlo Verdelli ha salvato la Juve dalla serie C, grazie al suo giornale, lascia esterrefatti. Chi dobbiamo, dunque, ringraziare per non aver disputato il campionato di serie C? Cesare Zaccone o Carlo Verdelli!!!!?

CHI ha autorizzato, orbene, la pubblicazione di quella farneticante e ridicola intervista sul giornale che dovrebbe, grazie alla nuova strategia, riavvicinare i tifosi? Era proprio, dunque, necessario stipulare un accordo commerciale con la Gazzetta?
Si era consapevoli che i tifosi juventini non gradivano tale scelta?

Il problema non può essere esaminato sotto il profilo puramente commerciale in quanto molto più complesso. Coinvolge i sentimenti e gli interessi di chiunque abbia a cuore le vicende bianconere.

La Gazzetta dello Sport, giova ricordarlo, è il quotidiano che ha creato un clima da guerra civile in piena calciopoli ed è il giornale che ha pubblicato un giorno prima la sentenza di condanna. Sul fatto, inoltre, che calciopoli sia stata, fortemente, influenzata dai media credo che convengano tutti compreso l’intero CDA della JUVENTUS. Non si spiegherebbe , altrimenti, quanto riportato nel ricorso al TAR redatto nell’interesse della JUVENTUS stessa.

Dubbi non possono, nemmeno, nell’individuazione del quotidiano che per eccellenza ha condizionato i processi sportivi del 2006. Nel clima da gogna mediatica creatosi, infatti, la gazzetta dello sport ha avuto un ruolo determinante o, semplicemente, principe. A questo punto, qualche solerte giornalista potrebbe ricordarmi che la Gazzetta ha combattuto il vecchio regime e che le mie considerazioni sono figlie di una qualche forma di nostalgia.

Nulla di più sbagliato può essere sostenuto in quanto anche dopo la stipula del contratto commerciale con la JUVENTUS la gazzetta continua a gettare fango sulla nostra storia. Infangare il nostro passato significa infangare tutta la nostra storia e per giungere a questa logica considerazione non è necessario essere nostalgici.

L’ultimo editoriale del sig. Palombo ne è la prova lampante. Lanciandosi in disamine ardite, a cui è uso quasi settimanalmente, afferma che è stato giusto condannare la JUVE anche in virtù del possesso delle schede svizzere. Essendo tale assunto gravemente lesivo dei miei interessi di azionista e tifoso, in quanto il possesso puro e semplice delle schede è un mio diritto inviolabile e non una colpa, mi chiedo come si pone la società di fronte a tali farneticazioni. Mi chiedo e vi chiedo:
• Nel nuovo contratto commerciale sono previste alcune clausole espresse nelle quali è tassativo buttare fango sul passato della JUVE?
• Nel nuovo codice etico non era previsto come punto cardine la difesa della Nostra immagine e della nostra Storia ?
• Quando avete stipulato il contratto avete pensato solo ai soldi oppure nel vostro intimo avete provato una forma di fastidio?
• Sapevate di ledere gli interessi ed i sentimenti dei tifosi oppure dovevate accontentare la proprietà che ha forti interessi nell’RCS?
• Se esistevano, dunque, questi forti interessi perché nell’estate 2006 è stato consentito ai giornali dell’RCS di gettare letame sulla nostra storia? Vi era per caso un accordo tacito per eliminare la vecchia dirigenza infischiandosene dei nostri sentimenti?
• Quando vi siete seduti al tavolo delle trattative vi sentivate un po’ juventini oppure non interessava a nessuno di voi questo peculiare aspetto?
• La gazzetta dello sport era l’unico partner in grado di darvi soldi ?
• In caso di mancato accordo la JUVENTUS sarebbe fallita?
• Se la gazzetta è stato il giornale che ha offerto di più, non vi ha, minimamente, sfiorato l’idea che tale accordo potesse rappresentare la rinuncia a qualsivoglia forma di DIGNITA’?
• Quando a pagina 23 del progetto di bilancio (alla voce nuova strategia commerciale) scrivete che ”la nuova strategia commerciale si fonda sulla logica del numero chiuso , che prevede l’identificazione di un gruppo ristretto e selezionato di partners che possano contribuire alla valorizzazione del Brand”, dovremmo dedurre che tale selezione ha riguardato anche la gazzetta ed avete valutato tutti gli aspetti positivi del rapporto con Verdelli e Palombo? Quale grande contributo, quindi, ai fini della valorizzazione del BRAND, possono dare soggetti come Verdelli-Palombo-Cannavò?
Gradirei , signor Presidente, ricevere risposte precise a queste domande, perché altrimenti, il dubbio nascerebbe spontaneo anche circa gli annunciati festeggiamenti per i 110 dieci anni di storia.

Signor Presidente e signori consiglieri intendete, dunque, preparare questi festeggiamenti rinunciando definitivamente a tutti i trofei vinti nell’era LIPPI-TRIADE? Oppure intendete festeggiare, con orgoglio e DIGNITA’, tutti i 110 anni di STORIA DI questa società?
Non vi possono essere vie di mezzo. Se si intendono raggiungere nuovi trionfi e successi al fianco del foglio rosa (comunicato della società sul sito del 05-10-2007) bisogna avere la DIGNITA’ di rinunciare ufficialmente a quei trofei. La linea editoriale del vostro partner , in questo caso, è inequivocabile. Così come sono inequivocabili il pensiero e ed il giudizio dei tifosi JUVENTINI: NON COMPREREMO MAI PiU’ LA GAZZETTA E PORTEREMO AVANTI

TUTTE LE CAMPAGNE DI BOICOTTAGGIO CONTRO LA STESSA.
I trofei e gli scudetti (29!!! ) vinti sul campo, legittimamente, resteranno indelebili nella memoria e nel cuore di ciascuno di noi e se un processo mediatico–giacobin, diretto da un ex dirigente dell’Internazionale di Milano, oggi Inter Brand s.r.l, , avallato ed alimentato dai signori Palombo-Cannavò-Verdelli, non è riuscito a cancellarli, non ci riuscirà, certamente, un misero contratto commerciale con un giornale scandalistico da bancone del bar dello sport. - Articolo del 29 October 2007 - 26 ottobre 2007 -

Avv. Antonio Molentino (Gobbo Pugliese)

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