sabato, giugno 13, 2009

PECHE' CALCIOPOLI? <( 2 )

2)-La notizia riguardante il confronto è stata riportata in brevi articoli in pagine secondarie da vari quotidiani. Un paio di esempi: PALERMO - Sarà interrogato dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta il colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli, fotografato il 19 luglio 1992 in via D'Amelio con in mano la borsa di Paolo Borsellino che conteneva l'agenda del magistrato mai più trovata. Non è stata resa nota la data dell'interrogatorio né se l'ufficiale sarà sentito alla presenza dell'avvocato difensore. Arcangioli, già stato sentito nei mesi scorsi, ha fornito una versione dei fatti che contrasta con quella di altri testimoni. Ma l'acquisizione di filmati registrati da troupe della Rai e di Mediaset ha fornito ai pm la possibilità di ricostruire le ore successive all'attentato, compresi i movimenti dell'allora capitano Arcangioli. --- Corriere della sera, 8 febbraio 06 --- L'inchiesta sul mistero della borsa Agenda Borsellino, Ayala e Arcangioli confronto a Roma: ROMA - Il confronto tra il deputato dei Ds ed ex magistrato Giuseppe Ayala ed il colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli, non ha chiarito il mistero sullŽagenda rossa del giudice Paolo Borsellino, morto con i cinque uomini della scorta nella strage del 1992 in via DŽAmelio a Palermo. UnŽagenda scomparsa e mai ritrovata. Il faccia a faccia tra i due è stato disposto dal procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Francesco Messineo e dal suo aggiunto, Renato Di Natale e si è svolto ieri pomeriggio a Roma nellŽambito dellŽinchiesta sui «mandanti esterni» delle stragi Falcone e Borsellino. Tre giorni fa i magistrati e gli investigatori della Dia di Caltanissetta a quattordici anni dalla strage, hanno riesumato una fotografia ed alcuni filmati televisivi girati subito dopo lŽattentato dellŽestate del 1992 a Palermo nei quali si vede lŽallora capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli, adesso comandante del nucleo operativo di Roma, allontanarsi con una borsa di pelle in mano. Quella borsa era del giudice Paolo Borsellino ed era stata prelevata dallŽautomobile blindata distrutta dallŽesplosione. La borsa fu fatta vedere a Giuseppe Ayala che era presente sul luogo e fu ritrovata qualche ora dopo sul sedile posteriore dellŽautomobile del magistrato. Ed è proprio in quella borsa, secondo quanto dichiarato e confermato dai familiari del magistrato ucciso nellŽattentato, Borsellino aveva lŽagenda rossa dove annotava tutte le cose più segrete relative alle indagini anche sulla strage del collega Falcone, ucciso dalla mafia a Capaci, insieme alla sua scorta. --- La Repubblica, 09/02/2006 --- Vi starete chiedendo che c’entra tutto questo con “calciopoli”. Ecco la risposta: nel 2005 la Procura di Napoli fa partire un’inchiesta su alcune società di calcio, in primis Juventus, Fiorentina e Lazio, e ordina intercettazioni telefoniche sui cellulari dei dirigenti di queste società. Una volta appresa la notizia, i vertici del Sisde, nella persona del generale Mario Mori, dichiarano alla Procura di farsi carico delle intercettazioni telefoniche.Ci sarebbe ora da analizzare nei dettagli chi sia il generale Mori, quale il suo ruolo nell’Antimafia, e soprattutto perché dal 2005 sia inquisito dalla stessa Procura di Palermo "per aver favorito la mafia", ma dovremmo addentrarvi in argomenti che eludono dal contesto che stiamo trattando.Genericamente possiamo dire che si tratta di un’Antimafia che processa se stessa, o meglio alcuni suoi membri.
Il generale Mori assegna la direzione delle indagini e delle intercettazioni a due suoi uomini di assoluta fiducia: uno è proprio Arcangioli, l’altro è il commissario Aurelio Auricchio.Auricchio è un altro membro del Sisde che anni fa fu inquisito per aver falsificato prove e intercettazioni telefoniche in processi antimafia. Lui querelò per diffamazione i suoi accusatori ma i tribunali gli diedero torto anche in appello. Pur essendo loro stessi oggetto d’indagine, nessuna di queste persone fu sollevata dal proprio ruolo durante l’inchiesta sul calcio.Anche volendo evitare come la peste ogni forma di dietrologia o teoria preconcetta, non si può evitare di sottolineare per dovere di cronaca, che il generale Mori sia amico personale di Silvio Belusconi e fratello del capo della sicurezza di Mediaset. Nel periodo del confronto Arcangioli-Ajala l’inchiesta su calciopoli (in corso da quasi un anno) non era stata ancora resa pubblica. I giornali non potevano sottolineare il legame tra Arcangioli, Auricchio, Mori e le indagini sul calcio, ma avrebbero dovuto farlo successivamente nell’estate 2006. Il fatto invece passò del tutto in ombra durante la “bagarre” mediatica che occupò i palinsesti televisivi tra giugno e agosto.

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