venerdì, gennaio 01, 2010

INTERVISTA ALL'AVVOCATO PACO D'ONOFRIO, MA DI SEGUITO DELLA DISCUSSIO TRA IL FEROCE NEMICO DELLA JUVENTUS: ROBERTO BECCANTINI, CON I TIFOSI IN DIFESA DELLA VECCHA SIGNORA SUL BLOG "Il sassolino nella scarpa" DEL QUOTIDIANO "LA STAMPA". ED INFINE L'INTERVISTA A "ZIG-ZAG ZIGONI": GIANFRANCO ZIGONI

DIALOGO ESTRATTP DA IL SASSOLINO NELLA SCARPA 
Juventus - Compagna di Viaggio: 15 domande a Roberto Beccantini ...
DEL 13/11/2008  AL  10/1/2009 

ROBERTO BECCANTINI, MOGGI DAVA LE SCHEDE AGLI ARBITRI.

Roberto Beccantini:
Signor Fronte del Porto, vuole svegliarsi? Non è colpa mia se Meani è il trentesimo e uno dei numeri uno della Juventus dava delle schede telefoniche agli arbitri. O è colpa mia?
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scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 12:46
Ad Aiace: Collina non ha mai pranzato di nascosto con Galliani.
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Caro Beccantini ne è così sicuro? Dalle sue telefonate con Meani si evinceva che chiedeva di incontrare Galliani di Lunedì così il ristorante era chiuso e nessuno poteva vedere. Lei dice che due spaghetti non glieli facevano pechè era chiuso?
scritto da aiace 10/1/2009 13:31
scritto da Il Martinello 10/1/2009 15:9
X il Beck – A proposito dell’affiare Meani-Collina, dalla loro conversazione potrebbe sembrare che l’ex arbitro conosca il posto. Eppoi, suvvia, sig. Beck, perchè il pelato non ha detto chiaramente a Meani che tutte quelle precauzione non avevano motivo di essere prese? Anzi è stato proprio lui a chiederle.
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A Il Martinello: su Collina-Meani, lo sa. Detto, scritto e ripetuto (a Collina): una porcata. Per fortuna, senza conseguenza ma una porcata.
scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 15:26
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Ad Alberto: Galliani era “anche” presidente di Lega grazie ai nostri, il colloquio (pubblico) era assolutamente lecito da parte di Collina, designatore in pectore. L’errore clamoroso è stato chiedere l’incontro clandestino via Meani. Su questo mai asserito il contrario.
scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 15:29
scritto da aiace 10/1/2009 16:20
Beccantini non difenda l’indifendibile. Collina ha chiesto ad un dirigente del Milan un incontro “lontano da occhi indiscreti”? Se si e qui tutti lo riconosciamo abbiamo si o no un reato da codice di giustizia sportiva? E con galliani che si doveva dire? Parlavano dello sponsor comune o come Paparesta he chiedeva a galliai piaceri per i suoi clienti? Poi di Paparesta ricordate SOLO quello che volete. KOLLINA NON DOVREBBE STARE DOVE STA.
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Ad Aiace: rispetto la sua posizione, ma ribadisco che Collina, proprio in Milan-Juventus successiva alla porcata, meritò di occupare il posto affidatogli. Se non vuole rispettare la mia opinione, liberissimo.
scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 16:31
scritto da Il Martinello 10/1/2009 17:33
X il beck – Secondo lei, che differenza c’è fra l’intrattenersi con un arbitro in maniera quasi carbonara e riservata magari davanti ad un bell’ossobuco alla milanese o telefonargli con una SIM? Certo, volendo dare importanza all’ossobuco, la diffrenza è palese e il Moggi anche in questa circostanza non mi sembra abbia dimostrato di essere più furbo di Galliani e Meani. O no?
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scritto da Spartaco 10/1/2009 17:54
Evidentemente se si sono dati appuntamento in un locale chiuso e sopratutto in gran segreto, evidentemente si dovevano dire cosa che dovevano sapere solo loro. Non ci vuole un genio a capirlo! Lo stesso Arbitro NUCINI, che candidamente al Lunedì si incontrava in Sede dell’Inter, con l’allora Presidente Facchetti (come ammesso dallo stesso Arbitro Nucini)! Può anche darsi che parlassero di Cinema, o d’Arte o Cucito! Non possiamo escludere nulla. Se qualcuno della Giustizia Sportiva o di quella “Ordinaria” fosse riuscito a provare le stesse cosa su MOGGI, l’avrebbero come minimo spedito a GUANTANAMO. Due pesi e due misure? Mi sa di sì….!
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A Il Martinello: a parte il fatto che non è la quantità dei colloqui ma la qualità a fare la differenza, indubbiamente, signor Martinello, l’incontro è stato improvvido. Me lo fa se presente, quasi io negassi l’evidenza. Non credo di averla mai negata, ma alla guerra come alla guerra. Un’altra cosa, signor martinello. In una classifica tipo Atp tennis, Meani era il 30° del Milan, Moggi & Giraudo i numeri uno ex aequo. O no?
scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 17:57
scritto da fronte del porto 10/1/2009 18:8
Che Meani fosse il 30esimo puo’ anche darsi, nel Milan. Ma bisogna vedere questo 30esimo che missioni compie per Galliani e per il Milan, le sembra? Mi dia una risposta su questa intercettazione agli atti, dei Carabinieri: L’8.Maggio del 2005 si gioca la partita clou del Campionato a S.Siro. Juve – Milan. Due giorni prima, esattamente alle 12,00 del giorno 6 Maggio, il Sig.Meani Telefona al Guardalinee FARNETI, anninciandogli che sarebbe stato LUI uno dei protagonoisti della TERNA all’incontro dell’anno. FARNETI, appresa la notizia, ringraziò ripetutamente il MEANI il quale, prima di chiudere la Telefonata, rammentò al Guardalinee che dal LUNEDi’ successivo poteva passare dalla Sede a ritirare gli orologi che gli erano stati preparati. Si puo’ difendere l’indifendibile, egregio dott. Beccantini?
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A Fronte del porto: vede, signor Fornte del porto, per il 2009 ho fatto un fioretto. Di non arrabbiarmi. Sulla autenticità della intercettazione mi fido di lei perché fra tutte quelle che ho sentito orientarsi è difficile. Bene. E allora? Chi è che vuole difendere l’indifendibile? Chi ha scritto che il regalo dei preliminari di Champions è stato uno scandalo, che anche il Milan per colpa di Meani e Galliani (“spinga spinga”) avrebbe meritato ben altro? Signor Fronte del Porto, vuole svegliarsi? Non è colpa mia se Meani è il trentesimo e uno dei numeri uno della Juventus dava delle schede telefoniche agli arbitri. O è colpa mia?
scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 18:14
http://www1.lastampa.it/cmstp/rubriche/commentiRub.asp?page=223&ID_blog=13&ID_articolo=36&ID_sezione=&sezione=
scritto da sportivo 10/1/2009 18:32
sig. beccantini, ancora con queste notizie false sulle schede telefoniche date da moggi agli arbitri? Stavo per complimentarmi con lei sul suo articolo in cui ricordava che quelle che sono state considerate minacce per moggi e figlio sono prassi comune (vedi pozzo con iaquinta, sensi con cassano e come da lei citato benitez) e tutto ad un tratto torna ancora a spacciare la storia che moggi distribuiva schede telefoniche agli arbitri come vera. La prego di documentarci sui fatti in quanto dai processi è emerso il contrario, non c’è traccia delle famose schede straniere distribuite da moggi, notizia per la quale lei è tenuto ad informare i suoil lettori. Poi si offende quando le do del bugiardo, come si chiamano quelli che mentono? appunto bugiardi. Dovrebbe chiedere scusa ai lettori ogni volta che disinforma in questa maniera, appunto bugiardo. Bugiardo finchè non ritratta le menzogne pubblicate, giornalista bugiardo.
scritto da Diego 10/1/2009 19:01
Collina? Bravo ma troppo smanioso di protagonismo. La regola del vantaggio non mi sembra che gli sia mai piaciuta molto. Stesso sponsor del Milan, all’ultimo anno di carriera prima del pensionamento rifiuta di arbitrare per una stagione ancora e preferisce le palanche dell’Opel. Lecitissimo, non é certamente al buon Pirluigi che si debbano esigere atti di coraggio o lezioni di etica. Pizzicato in quella disgraziata ed imbarazzante telefonata viene premiato,come solo in italia succede,con il posto di designatore arbitrale, sebbene tutti i media non perdano mai l’occasione di ricordarci che da noi la giustizia sportiva é molto piú severa di quella penale e civile (evidentemente solo per alcuni). Nessuno, o quasi, ha da ridire. Dopo 2 anni e mezzo di regno con i catastrofici risultati che abbiamo sotto gli occhi settimanalmente, non sarebbe giunto il momento di ri-pensionarlo e consegnarlo alle moviole di mediaset, dove naturalmente é destinato a finire un giorno?
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A Diego: 8 maggio 2005, guardi come Collina, dopo la porcata, diresse Milan-Juventus 0-1. Altra categoria, signor Diego.
scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 19:13
scritto da Diego 10/1/2009 19:15
Sig Beccantini,ammesso che non lo avessimo giá in precedenza, la vicenda Farsopoli 2006 ha sviluppato in noi juventini un desiderio di informarci a 360 gradi, leggere attentamente tra le righe, notare in maniera quasi maniacale ogni virgola che venga da noi percepita come inesatta o falsa. Questo é il grande dono civico che Guido Rossi, i media e la telecom (molto piú del loro terzomondista servizio telefonico) ci hanno regalato, sebbene contro la nostra volontá. La conseguenza é la scomoditá di interloquire (si fa per dire) con gente di fede differente che ha maggiore dimestichezza con le bettole che con le argomentazioni. Nello specifico, mi perdoni, se Lei scrive che le schede furono date a degli arbitri in attivitá non stá dicendo il vero (a tuttoggi 10/01/09 specifico) e la cosa viene notata immediatamente.
scritto da Rossano 10/1/2009 19:26
No No non ce la racconta. Quella di Bergamo (scheda tel.) era piu’ che lecita. Lo stesso Bergamo dice che TUTTI gli telefonavano perchè per tutti non era proibito; quindi che mportanza ha chiamarsi con una linea o un altra? L’altra scheda al padre di Paparesta per “chiarirsi” tra loro, non significa assolutamente che Moggi forniva schede agli Arbitri in generale, mai provate e mai verranno provate. Swe ci fossero queste prove, sarebbero uscite da un pezzo. Si diceva a tutti addiritura che avevano, tramite una scheda, intercettato Moggi con l’Arbitro Pieri (o Bertini) non ricordo, dove in un Sabato pomeriggio si erano fatti 42 Telefonate di 15 Minuti l’una, per un totale di 10 ORE e 50 Minuti. Follie… Beatrice & Narducci puntano ad una miriade di schede, non certo quelle due di Bergamo o del Padre di Paparesta,già pienamente superate, andiamo!
scritto da Il Martinello 10/1/2009 19:26
X il Beck – Lei giustamente dice che non è la quantità ma la qualità delle telefonate che conta. E sono d’accordo perchè per taroccare una partita basta una telefonata fatta bene alla persona giusta e se qualcuno ne doveva fare 42 evidentemente c’era qualcosa che non andava. Per quanto riguarda il 1° o il 30° posto nella griglia sicietaria le voglio fare un indovinello (sdrammatiziamo un po’ l’atmosfera). Tutti gli anni si svolge, prima che inizi il campionato, una riunione tecnica fra gli arbitri, gli allenatori, i capitani e gli addetti agli arbitri di tutte le società di serie A. Non so chi andasse per la Juventus anche se da qualche parte mi sembra di aver letto che fosse proprio Moggi e indovini chi andava per il Milan? Guardi che se non indovina paga pegno.
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scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 19:41
A Il Martinello: Galliani?
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Scusi dottore, io le porto un intercettazione dei Carabinieri pubblicata a suo tempo e mai smentita, che prova che Meani, (sarà anche al 30esimo posto, ma era tesserato Figc e a Libro Paga del Milan a 60 MILA Euro l’anno) parlava con il guardalinee Farneti 2 giorni prima della gara dell’anno Juve-Milan, e lEI mi dice ora ch diffida delle intercettazioni? Ma allora ha sempre ragione LEI, mi scusi. Basta, vado sul sito dellla Gazzetta dello Sport, almeno là dicuto con Palombo, anche se mi dicono che nelle ultime ore è andato in Ferie!
scritto da fronte del porto 10/1/2009 19:51
scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 19:55
A Fronte del porto: scusi, ma non ho capito, cosa vuole dire? Non sono dottore, fra parentesi.
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Beccantini : intanto bergamo non è un arbitro, e di paparesta padre è tutto da dimostrare. resta il fatto che lei fà intedere che moggi dava schede a tutti gli arbitri, questo è esattamente la comunicazione falsa che lei fà da sempre. Senza dire che bisogna attendere il processo per capire se ha veramente dato una scheda a bergamo (che non è un arbitro) e al padre di paparesta (che non è arbitro). Tra l’altro immaginandoci e dando per certo che paparesta avesse ricevuto una scheda da moggi (finora le informazioni false come questa hanno determinato la truffa calciopoli peronando la causa e gli scudetti falsi di moratti) quale era lo scopo di moggi ? quello di farsi arbitrare contro da paparesta? Lei ha mai informato i suoi lettori sulle statistiche di rigori a favore e contro o sul fatto che gli arbitri di calciopoli hanno statisticamente danneggiato la juve? Ho notato che se n’è sempre guardato bene, e fin troppo chiaro il suo ruolo di protezione della truffa calciopoli. Finchè continua a inventare notizie false su piccolezze ed omettere volontariamente notizie vere che scagionano completamente moggi e la juve non avrà nessuna credibilità. Stando al suo metro di giudizio se la juve ha avuto la serie B per dei sospetti il milan con meani doveva andare in C e l’inter con telecom-recoba doveva essere radiata. Sta di fatto che per e meani e collina non significano niente, possono anche essere due gay che si incontrano clandestinamente, quanto invece all’inter ha commesso illeciti gravissimi, a cominciare dall’uso di telecom per spiare e fregare i calciatori agli altri, fino alla connivenza con arbitri in attività (Nucini è meno grave di moggi e paparesta?), del pedinamento di arbitri federazione e giocatori.
scritto da sportivo 10/1/2009 19:58
scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 20:3
A Sportivo: io non copro la truffa di Calciopoli, è lei che la copre. Uno che scrive e dice che in B sarebbero dovute scendere Juve, Milan, Fiorentina, Lazio copre la truffa di Calciopoli. Si vergogni.
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beccantini : probabilmente mi sono spiegato male :) quello che intendo è che calciopoli è una farsa, una truffa, non c’è nessun illecito, ergo quelli come lei che parlano di calciopoli come un evento in cui le squadre da lei citate hanno commesso dei gravi illeciti e quindi dovevano andare in serie B sono soltanto dei bugiardi truffatori. Lo dicono addirittura le sentenze, le squadre sono state condannate in assenza di illeciti, inventando una regola di illecito strutturato ad hoc per concretizzare la truffa calciopoli di cui lei va tanto fiero. In uno stato civile ci sono regole condivise che devono essere rispettate, non una santa inquisizione fatta di giornalisti invidiosi che emettono sentenze in base alle loro simpatie o invidie. La sua invidia e le sue menzogne hanno determinato questo schifo, come faccia a vantarsene è umanamente difficile da capire, per non dire altro.
scritto da sportivo 10/1/2009 20:10
scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 20:14
A Sportivo: nessuna partita comprata alla Preziosi, vorrà dire. Ma per il resto, di tutto, di più. Designatori dipendenti da dirigenti societari,
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scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 20:29
A Fronte del Porto: ha bevuto? ma chi difende il Milan? E’ tutto il contrario. Signor Martinello, per favore, intervenga lei. Ho solo detto che, a parità di sbaglio, fra un numero uno e un numero trenta c’è una “piccola” differenza. Non solo: scrissi a suo tempo, mi perdoni l’immagine, che Galliani aveva usato il preservativo (Meani) e i nostri no.
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scritto da Roberto Beccantini 10/1/2009 20:31
Ad Aiace: mai difeso a spada tratta, Collina. Difeso per il suo valore. Attenzione: non risulta che abbia parlato con Galliani presidente di Lega, risulta, naturalmente, che abbia cercato di parargli nel modo in cui sappiamo. Aiace, se nessuno è perfetto per definizione, si figuri il sottoscritto.
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scritto da Roberto Beccantini 11/1/2009 12:23
A Il Martinello: minimizzato la posizione del Milan? Ma quando mai? Signor Martinello, lei reclama serenità di giudizio e poi parte in quarta. Galliani era, per merito soprattutto di Giraudo e Moggi presidente della Lega, oltre che amministratore delegato del Milan. Tutto qui.
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X il Beck – Io volevo dire che gli affari sporchi si fanno in due e nel momento che si minimizza le responsabilità di uno dei partecipanti, si fa altrettanto nei confronti dell’altro. Le voglio ricordare che dalle indagini finora note, l’unica squadra che intratteneva sistemataci contati con arbitri e segnalinee era il Milan ed è quella che ha pagato meno di tutte. Secondo me il Milan era indifendibile. Guarda caso, i due maggiori arbiti italiani, Collina e Paparesta, erano ambedue in contatto col Milan e quello che dovrebbe essere valutata è la sistematicità di certi comportamenti non il singolo episodio. Se Collina e Paparesta hanno bussato per chiedere colloqui e favori, sapevano che qualcuno, dall’altra parte, avrebbe aperto. E Collina, mi dispiace, ma non può essere difeso per i suoi meriti sportivi. Se contassero veramente, alla Juve avrebbero dovuto assegnare un paio di scudetti per quello che ha sempre dato al calcio italiano (compreso i meriti per l’ultimo campionato del mondo) altro che retrocessioni in serie B.
scritto da Il Martinello 11/1/2009 12:56
scritto da il calcio degli onesti 11/1/2009 16:20
dott. Beccantini, si faccia coraggio e risponda a carlo regalia…. Amici del Blog chiediamo tutti insieme…..dottor beccantini si faccia coraggio e risponda a carlo regalia. saluti a tutti. amilcare
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A Il calcio degli onesti: volentieri, qual è la risposta che mi pone?
scritto da Roberto Beccantini 11/1/2009 16:26
scritto da Carlo Regalia per beccantini e per TUTTI 11/1/2009 19:46
scritto da Roberto Beccantini 9/1/2009 13:4 – A Giuseppe: anche noi, nell’80, ri aggrappammo alla giustizia sportiva e non ci sembrò “islamica”. scritto da Roberto Beccantini 9/1/2009 13:4
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Scusi dott. Beccantini… anche noi CHI? nell’80, ri aggrappammo alla giustizia sportiva…. si spieghi meglio per favore….. non vorrei pensare che, ogni qualvolta qualcosa di positivo per la Juve affiori all’orizzonte… il “bilioso” amaro del fiele arriva al palato…..
scritto da sportivo 11/1/2009 23:39
domanda per beccantini : prima e durante calciopoli il responsabile della sicurezza telecom era Carlo Buora – Vice Presidente Inter. Dal processo telecom in corso è emerso che da tale ufficio fosse possibile intercettare tutti senza che l’autorità giudiziaria lo sapesse, che tutti i dirigenti inter potevano evitare le intercettazioni, che fosse possibile addirittura modificarle (sempre senza che l’autorità giudiziaria se ne accorgesse). Inoltre è emerso che l’inter ha intercettato illegalmente la juve, l’arbitro de santis, la federazione e alcuni giocatori. Le intercettazioni sono l’unica “prova” utilizzata per mandare in serie B la juve. Le chiedo dott. beccantini come mai lei non ne parla mai, non è forse un grave illecito? Stiamo parlando di un gruppo di persone a capo inter che hanno fornito unilateramente prove “che potevano essere contaminate” e al contempo nominato i giudici che hanno fatto un processo solo a pochi omettendo qualsiasi indagine per l’inter, per finire con l’autoassegnarsi scudetti. La sua oculatezza nel cercare qualsiasi cavillo su moggi cambia repentinaente rotta se si parla di Carlo Buora, vice presidente inter, responsabile security telecom. Lei da quale parte sta?
scritto da Paulo Sousa 1969 14/1/2009 9:21
Noto che il Dr. Beccantini ha subito il colpo: San Dulli, come lo definiva lui, ovvero santo per ovvi motivi, gliela ha messa ben bene nel didietro, a lui, a Cannavò e compagnìa mistificante; il loro paladino li ha traditi. Dr. Beccantini, fossi in lei restituirei la tessera di giornalista!
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A Paulo Sousa: per la verità, su San Dulli sono stato chiaro fin dalla sua sentenza. Quella sì apparentabile a una Farsopoli tra sconti, indulti, saldi e tagli. Scritto subito, e “davanti”. Non legga solo quello che le pare, signor Paulo Sousa.
scritto da Roberto Beccantini 14/1/2009 11:51
scritto da Cristiano Poster 14/1/2009 12:5
scritto da Roberto Beccantini 14/1/2009 11:51…il problema di Sandulli non sono i tagli, i saldi ecc… ma quando dice che “inventa” una “cosa” che chiama illecito strutturato !!! Ecco il passo dell’intervista: ““…l’illecito associativo non esisteva, era una falla nel sistema giuridico, è stato da noi introdotto”. Tra l’altro è caduta anche l’”associazione” e fin da allora !!! Ecco un’altra chicca: “Il «…Non so se è penalmente rilevante quel tipo di frequentazione di Moggi, ma è violazione dell’articolo 1.» Appunto, violazione dell’art. 1 !!!!!! Ed ecco la “degna” chiusura dello sproloquio: “…Punimmo la violazione di norme interne, nel 2006. In fondo anche noi, nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudini, mica illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. E’ stata una condanna etica”. CAPITO BECK ???? E’ stata una CONDANNA ETICA !!!!!!! Ma non s’incavola come dovrebbe ??? Condanna etica a MOGGI e retrocessione con penalizzazione alla “sua” squadra. Una multa di 20.000 euro all’INTER per un ILLECITO SPORTIVO CONCLAMATO E CONTINUATO, questo si “classico”, come dice sandullianamente SANDULLI !!!! Beck lo ricordi ad ogni intervista a Moratti, Zanetti, Oriali, Tronchetti, Matarrese, Carraro e compagnia di giro, varia.
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A Cristiano Poster: tutto mi può rinfacciare, Cristiano, tranne di non essermi incavolato con San Dulli.
scritto da Roberto Beccantini 14/1/2009 12:14
scritto da sportivo 14/1/2009 12:20
x beccantini : lei si è incavolato con sandulli perchè non ha mandato tutte le squadre in serie B, non certo perchè ha inventato di sana pianta un illecito inesistente, o perchè ha protetto e protegge l’inter sugli illeciti commesi, e questo è ancora più grave, sandulli si è dimostrato disonesto ma la sua posizione è ben oltre, siamo alla caccia alle streghe e alle condanne per invidia. Un giornalista che non condanna l’invenzione di norme durante il processo non è degno di essere un giornalista, almeno in un paese civile, tra lei e i giornalisti dell’epoca del fascismo non c’è alcuna differenza.
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A Sportivo: sto parlando di processi sportivi, in cui l’etica un posticino dovrebbe ancora occuparlo. O no. Certo, in un Paese normale sarebbero state tutte retrocesse. Quanto all’accusa di fascismo, mi pare che sia fascista il portatore di pensiero unico, come lei. Sul fronte Gea – seguite le più importanti deposizioni – non ho avuto dubbi a scrivere PRIMA che l’associazione a delinquere non stava in piedi. Su Napoli, altro discorso: perché il rapporto mon è dirigenti-mercato ma dirigenti-arbitri. E lì vedremo, caro il mio Sportivo.
scritto da Roberto Beccantini 14/1/2009 12:30
scritto da sportivo 14/1/2009 12:56
x beccantini : calciopoli non riguarda assolutamente “il rapporto perverso e criminoso fra dirigenti e arbitri” se cosi fosse stato avrebbe processato tutti a partire da quel nucini – inter per finire con le cene di facchetti a a casa di bergamo e i pedinamenti di moratti su de santis. Calciopoli è un processo unilaterale in cui l’accusa sono intercettazioni provenienti da telecom-inter, i giudici sono stati nominati da guido rossi ex amministratore inter, i designatori hanno sempre dichiarato che i dirigenti inter li chiamavano alla stessa stregua di moggi, ma nonostante questo mai nessuno li ha coinvolti in un processo farsa, chiaramento di parte. Fermo restando che tutte le indagini hanno chiaramente evidenziato l’assoluta innocenza di moggi e la chiarezza di presenza di illeciti gravissimi compiuti dall’inter.
scritto da Cristiano Poster 14/1/2009 12:57
X BECK. Difficoltà ? E per cosa ? Moggi cosa avrebbe avuto ? Un “rapporto perverso e criminoso fra dirigenti e arbitri” ??? Dove ? Come ? Quando ? Lo indichi lei a Ruperto e Sandulli visto che per condannarlo si sono “inventati” di sana pianta una “cosa” !!! Beh…Beck, mi scusi, ma questa se la poteva…risparmiare. Il mio esempio è calzante. Un ILLECITO CLASSICO “pagato” con 20.000 euro da una parte (INTER). Una “cosa” inventata pagata con retrocessione e penalizzazione di punti (JUVENTUS). Se la mettiamo così le risulta più facile ? Lo ripeto, ricordi ciò agli inquilini di Via Durini in Milano
scritto da sportivo 14/1/2009 13:8
x beccantini : in un paese normale i giornalisti non possono permettersi di scrivere il falso, come lei fà da tempo,non si condanna nessuno su norme inventate (posso capire che per lei è normale), la giustizia sportiva ha sempre avuto le sue regole siamo tutti daccordo, ma queste regole sono state violate con calciopoli, con un processo in cui tutti i giudici son stati rimossi alla vigilia per essere nominati personalmente da una parte che sarebbe stata dovuto essere coinvolta nel processo e che invece ha fatto da giudice unilaterale e parziale violando illegalmente le regole dei processi sportivi (con l’eliminazione di un grado di giudizio) e l’invenzione dell’ILLECITO STRUTTURATO” norma inesistente al tempo dei fatti. Finendo con avere il vantaggio gestire la protezione della propria parte da accuse future e di autoassegnarsi scudetti. Mi chiedo come ancora oggi nessuno in federazione apra una inchiesta sulla legittimità di una squadra d calcio di essere sponsor del campionato e coppa italia e di intercettare illegalmente concorrenti e arbitri. Aveva ragione Enzo Biagi quando diceva che calciopoli serviva per coprire il vero scandalo, quello telecom-inter.
scritto da Paulo Sousa 1969 14/1/2009 13:49
Caro Dr. Beccantini, non parli di questioni di etica che non c’entrano niente, si limiti al diritto, ancorchè sportivo e risponda ad una domanda: in quale altro stato del mondo si condanna una persona e se ne danneggiano migliaia irrogando sanzioni per un reato non previsto dal codice? Al contempo aberrante ma etico? E cosa ne pensa di un giudice che lo ammette apertamente, quasi fosse un vanto?
scritto da franz 14/1/2009 14:11
x Beck Ma le sembra normale che a giudicare la juve sia stato uno che fa capo alla diretta concorrente che da anni sputava veleni contro la juve? Le sembra normale che sia stato nominato Guido Rossi e glui stesso ha nominato gente vicino all’inter? ma non siamo mica ai tempi della santa inquisizione mio caro! Questa e’ stata solo ingiustizia “unilaterale” : fermare la juve ed il suo strapotere. Il rapporto dirigente arbitro sono tutte cazzate! In italia amate ed amiamo questi generi di rapporti non “unilateralmente” si intende. Lei per me sta dove gira il vento come un vecchio lupo di mare : con i potenti di turno!!!!
scritto da sportivo 14/1/2009 17:21
in realtà una pistola fumante c’è! ed è encora calda, in mano a beccantini, cannavo, verdelli e tutti quei lestofanti che hanno inventato calciopoli, quei delinquenti che hanno spacciato per vere notizie clamorosamente false, e che senza avere un minimo pudore lo fanno ancora, ignorando le proprie responsabilità (protetti dalla vera cupola) e senza (come la legge li obbliga) pubblicare i fatti veri lasciando che l’opinione pubblica sia basata sul falso. Questa è la vera pistola fumante che dovrebbe determinare la radiazione dall’albo dei giornalisti per tutti i bugiardi che hanno determinato questa colossale truffa agli italiani.
A Giuseppe: questo è un frammento. 

Poi c’è la cena di Moggi e Giraudo a casa di Pairetto con Bergamo. 

Poi c’è la telefonata di Paparesta a Moggi dalla scheda data al padre. 

Poi c’è tutto il filone De Santis, per quello che riguarda La Juve e tutta la parta “autonoma”, la più corposa. 

E poi fuori intercettazione c’è la confessione di Trefoloni ai carabinieri “Dirigevo a comando”. Veda lei. 

E poi ci sono gli altri, i Meani, i Carraro, i Della Valle, i Mazzini (a proposito: vice-presidente federale, all’epoca). Un incontro con il giovane Elkann sul web? Dipendesse da me, subito. Ci provo. Lo contatto e le (vi) faccio sapere.
scritto da Roberto Beccantini 13/11/2008 17:11
http://www1.lastampa.it/cmstp/rubriche/commentiRub.asp?page=98&ID_blog=13&ID_articolo=34&ID_sezione=&sezione=
A Il Martinello: certo, nessun contatto diretto. Molti indiretti. E poi, la sua “combriccola”, sua di De Santis. Non vorrei venir frainteso. Quanto alla cena di auguri, come si fa ad andare a cena con coloro che devono designare i “giudici” (arbitri) dei tuoi “processi” (partite)?. Bergamo ha detto che riceveva a casa sua, a Livorno, Facchetti. Che non può replicare. Mi auguro che Bergamo lo ripeta al processo di Napoli.
scritto da Roberto Beccantini 13/11/2008 18:59
Scritto da Ettore Juventinovero il 13 ottobre 2014 alle ore 06:25

Scritto da Ettore Juventinovero il 16 luglio 2016 alle ore 18:18
http://www.beckisback.it/2016/06/27/furie-azzurre/#comments


pagina per aggiungere il mio post 
http://calabrone37.blogspot.com/2010/05/napoli-processo-calciopoli.html
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Venerdi 17 luglio 2015 Nessuno mai piu' potra' dubitare del vero volto del 
"presidente"-presta faccia-"giacinto facchetti"

17 luglio 2015 La ragione non urla, la ragione si siede e aspetta
http://calabrone37.blogspot.com/search?updated-max=2015-09-23T14:58:00-04:00
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Egregio Beccantini, "questi" non ci vogliono proprio stare. L'unica giustizia, che i tifosi interisti conoscono è quella "sportiva" gestita ed amministrata dai "tribunali islamici", allestiti dall'amico e sodale di tronchetti&moratti il famoso avvocato d'affari guido rossi. L'amministrazione della giustizia, anche quella sportiva, è una cosa seria e non può essere affidata a persone faziose alla ...guido rossi.
scritto da giuseppe 9/1/2009 12:36
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Caro Beccantini, la montagna ha partorito il topolino. Mi auguro che negli ulteriori gradi di giudizio, venga riconosciuta la totale estraneità ai fatti addebbitati ai due Moggi. Che il "Lucianone" non sia uno stinco di santo, lo si poteva immaginare, ma che fosse responsabile di gravi reati penali non l'ho mai pensato, anzi non l'ha mai pensato la massa dei tifosi juventini. Ma a questo punto, chi paga i danni ...Palamara?
scritto da giuseppe 8/1/2009 20:26
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A Giuseppe: questo è un frammento. 

Poi c’è la cena di Moggi e Giraudo a casa di Pairetto con Bergamo. 

Poi c’è la telefonata di Paparesta a Moggi dalla scheda data al padre. 

Poi c’è tutto il filone De Santis, per quello che riguarda La Juve e tutta la parta “autonoma”, la più corposa. 

E poi fuori intercettazione c’è la confessione di Trefoloni ai carabinieri “Dirigevo a comando”. Veda lei. 

E poi ci sono gli altri, i Meani, i Carraro, i Della Valle, i Mazzini (a proposito: vice-presidente federale, all’epoca). Un incontro con il giovane Elkann sul web? Dipendesse da me, subito. Ci provo. Lo contatto e le (vi) faccio sapere.
scritto da Roberto Beccantini 13/11/2008 17:11
http://www1.lastampa.it/cmstp/rubriche/commentiRub.asp?page=98&ID_blog=13&ID_articolo=34&ID_sezione=&sezione=
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Egregio odiolajuvefinoallamorte , "questi" non ci vogliono proprio stare. L'unica giustizia, che i tifosi interisti conoscono è quella "sportiva" gestita ed amministrata dai "tribunali islamici", allestiti dall'amico e sodale di tronchetti&moratti il famoso avvocato d'affari guido rossi. L'amministrazione della giustizia, anche quella sportiva, è una cosa seria e non può essere affidata a persone faziose alla ...guido rossi.
scritto da giuseppe 9/1
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Caro odiolajuvefinoallamorte, la montagna ha partorito il topolino. Mi auguro che negli ulteriori gradi di giudizio, venga riconosciuta la totale estraneità ai fatti addebbitati ai due Moggi. Che il "Lucianone" non sia uno stinco di santo, lo si poteva immaginare, ma che fosse responsabile di gravi reati penali non l'ho mai pensato, anzi non l'ha mai pensato la massa dei tifosi juventini. Ma a questo punto, chi paga i danni ...Palamara?
scritto da giuseppe 8/1
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A Giuseppe: questo è un frammento. 

Poi c’è la cena di Moggi e Giraudo a casa di Pairetto con Bergamo. 

Poi c’è la telefonata di Paparesta a Moggi dalla scheda data al padre. 

Poi c’è tutto il filone De Santis, per quello che riguarda La Juve e tutta la parta “autonoma”, la più corposa. 

E poi fuori intercettazione c’è la confessione di Trefoloni ai carabinieri “Dirigevo a comando”. Veda lei. 

E poi ci sono gli altri, i Meani, i Carraro, i Della Valle, i Mazzini (a proposito: vice-presidente federale, all’epoca). 
scritto da odiolajuvefinoallamorte
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LA GIUSTIA ALLA NAPOLETANA CERCAVANO UN PENTITO
E TROVATO NEL GUARDALINEA ROSARIO COPPOLA

"Dopo l'appello di Francesco Saverio Borrelli, mi presentai spontaneamente dai carabinieri per parlare di alcuni episodi che avevano riguardato l'Inter. Da quel momento in poi non ho più fatto la serie A e questo è solo uno degli episodi che potrei raccontare". 
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l'ex guardalinee Coppola accusa l'Inter!
4.12.2009  Cristiano Tropea   
Clamorose dichiarazioni rilasciate dall'ex guardalinee Rosario Coppola, nel corso dell'udienza su Calciopoli. L'ex assistente Can, ha accusato l'Inter per un "caso Cordoba". Secondo Coppola, ci sarebbero state pressioni da parte dell'ex designatore Gennaro Mazzei per ammorbidire il referto relativo all'espulsione del difensore dell'Inter, in occasione della gara di campionato contro il Venezia del 16 settembre 2001, dopo la quale, Cordoba era stato poi squalificato per due turni.

Coppola ha riferito di avere ricevuto una chiamata da Mazzei che lo avvisava: 
"Ti chiameranno quelli della Disciplinare, perché l’Inter ha fatto reclamo e s’è lamentata. Per loro è una sbracciata e non un pugno (Cordoba a Bettarini), è una società importante, mi disse, ma io mi rifiutai e da quel momento la Serie A non l'ho più vista". 

"Dopo l'appello di Francesco Saverio Borrelli, mi presentai spontaneamente dai carabinieri per parlare di alcuni episodi che avevano riguardato l'Inter - ha dichiarato Coppola -. Da quel momento in poi non ho più fatto la serie A e questo è solo uno degli episodi che potrei raccontare". 

Rosario Coppola ha sostenuto che la vicenda "Cordoba", non fu tuttavia verbalizzata dai carabinieri in quanto agli investigatori "non interessava", perchè ciò non emergeva dalle intercettazioni telefoniche in possesso degli inquirenti. 
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E’ giusto che paghino anche gli altri se non sono stati corretti…
“Soprattutto non si deve unire al danno la beffa”.
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Avvocato D’Onofrio, 
l’accusa di Coppola all’Inter è un elemento importante in questo complesso processo?

“Sì, secondo me questa prova testimoniale evidenzia una serie di circostanze: innanzitutto l’indagine – dico quella statale -, che poi ha originato prima il processo sportivo e poi il processo statale che si sta celebrando -, era un’indagine evidentemente orientata; cioè il fatto che coloro che erano deputati ad acquisire le prove testimoniali, o comunque elementi di prova, ritenessero già preventivamente di poter vagliare come utili o inutili determinati elementi, è perchè probabilmente c’era già un orientamento, questo mi viene da pensare. Evidentemente l’indagine aveva già un filo conduttore, aveva già una propria logica, non voleva forse far chiarezza a 360°, cercava solo elementi relativi ad una prospettazione accusatoria che aveva un senso.

Invece è sul versante sportivo che la cosa si fa interessante, perchè questa circostanza dimostra che probabilmente ciò che noi dicemmo nelle calde giornate del 2006 era vero, e cioè che probabilmente il processo sportivo celebrato così in fretta non permetteva di evidenziare ciò che era il dato effettivo, ovvero che certi comportamenti – probabilmente comportamenti da censurare -, erano perpetrati da tutti, anche perchè l’allora codice di giustizia sportiva vigente non lo vietava e quindi certe forme di colloquialità erano ritenute lecite.

Certo che le forme di condizionamento invece erano ritenute e sono tuttora ritenute illecite. Quindi già questo primo allargamento dei destinatari dell’indagine federale – un dato che noi già evidenziammo nel 2006 -, ora è anche testimoniato. E poi, vorrei avanzare un altro argomento. E’ vero che i fatti si riferiscono al 2001, è vero che c’è la prescrizione sportiva che ricordo è 8 anni per quei casi, però è anche vera un’altra circostanza: e cioè che durante calciopoli sportiva, si fecero dei ragionamenti e si disse: chi sbaglia una volta può continuare a sbagliare.

Questo venne applicato alla Juventus, tanto è vero che l’ultimo scudetto revocato, quello conquistato sul campo di Bari, fu uno scudetto relativo ad una stagione calcistica che non era oggetto di Calciopoli.

Eppure la giustizia sportiva intervenne su quella stagione dicendo che sul presupposto che precedentemente c’erano stati comportamenti illeciti, quindi, per una sorta di presunzione del vincolo di continuazione, anche i campionati successivi probabilmente erano stati viziati. Mutatis mutandis, se lo stesso principio lo si applica all’Inter, verosimilmente ciò che è stato fatto nel 2001 è stato fatto anche in stagioni successive che non rientrano nella prescrizione. E allora questo comporta una conseguenza: la conseguenza è che la procura federale, il procuratore Palazzi, avrebbe l’obbligo, non tanto di avviare un procedimento disciplinare, perchè forse al momento non ci sono ancora gli estremi, ma un’audizione sì. Voi sapete che la procura federale ha due strumenti: ha il procedimento disciplinare – quando si ritiene di avere già elementi certi per poter procedere -, oppure, ha un altro strumento che si chiama audizione quando deve solo farsi un’idea, deve acquisire gli atti. Ecco, io ritengo che in questo momento sarebbe doveroso da parte della FIGC un’audizione nei confronti dei soggetti coinvolti, attivi e passivi.

Mi permetto di fare un’altra considerazione: in questo momento la FIGC è davvero ad un bivio: se vuole scrollarsi di dosso quell’accusa che le ha rivolto tante volte il popolo juventino di aver condotto con parzialità e con predeterminazione Calciopoli, senza considerare il coinvolgimento di altri soggetti, ebbene questo è il momento per farlo. Ora la FIGC dovrebbe dimostrare di essere effettivamente un soggetto terzo, è deve dimostrare di voler acquisire tutti gli elementi utili. Mi rendo conto che l’argomento è piuttosto imbarazzante. Cioè, la FIGC si è esposta, addirittura è stato assegnato uno scudetto revocato in una stagione non oggetto di calciopoli, dunque c’è già una forzatura a monte. Poi anzichè non assegnarlo, è stato assegnato ad una squadra ritenuta meritevole, quindi una squadra che in qualche modo avrebbe dovuto avere un atteggiamento verginale in tutti questi episodi. Invece qualcosa emerge. Io mi ricordo che già era emersa con la deposizione di Bergamo agli organi inquirenti, quando disse ‘io mi ricordo che effettivamente determinati dirigenti mi hanno chiamato, ma ricordo anche che mi chiamò qualcuno dell’Inter. Perchè non c’è traccia di queste chiamate?’

Ecco, questo può essere già un primo elemento di sospetto. Però voi sapete che ciò che viene reso al pubblico ministero non diviene prova vera finchè non viene resa in dibattimento. Ora, questa è prova vera. Perchè le dichiarazioni di Coppola vengono rese in dibattimento e fanno prova piena. E fanno prova piena anche per la FIGC. Adesso c’è un fatto storico, c’è un fatto giuridico, in cui un soggetto dice che anche l’Inter in qualche modo aveva avuto dei benefici – o qualcuno aveva pensato di far avere dei benefici a favore dell’Inter – in quegli anni.

Ora, questa circostanza dev’essere assolutamente acclarata. Questo è il punto. Io peraltro registro sempre il solito problema su questo punto, ossia, chi si attiverà? Su questo francamente ho una mia idea. Cioè che secondo me di fronte alla possibile inerzia della FIGC, di fronte alla possibile inerzia della Juventus, Juventus S.P.A., i tifosi si possono muovere. Perchè io ritengo che a questo punto un’associazione, un gruppo costituito, possa intervenire in FIGC con una propria memoria. Mi auguro che associazioni meritevoli come per esempio “Giùlemanidallajuve”, che tante iniziative hanno già intrapreso, possano condurre anche questa iniziativa, possano attivarsi davanti alla FIGC. Perchè è vero che non saranno probabilmente parte del procedimento, ma hanno la facoltà di poter sollecitare il procedimento federale. Perchè chiaramente rispetto ad una immaginabile staticità rinnovata da parte di Blanc, probabilmente c’è bisogno che qualcuno attivi, solleciti e si faccia valere”.

Noi avvocato ci auguriamo che sia fatta chiarezza e giustizia…. “Ce lo auguriamo tutti e che venga fatta nei confronti di chi effettivamente abbia commesso illeciti”. Solo Roberto Beccantini e la Gang del diabolico-infame Cannavo 
(cannavo  lui già sguazza all'inferno) 
vogliono che le cose restino cosi : la Juve, Giraudo e Moggi annientati! Nel Campionato "incriminato" 2004/05 la Juve perse solo tre gare! Due gare furono arbitrate da De Santis. E questo sarebbe il capo della cupola? Pensa gli altri. 
ECCO IL SICARIatO DELLA VERA CUOLA DEL CALCIO ITALIANO!
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ZIGO  ZAGO....ZIGONI GOL
Ribelle, estroverso, geniale. Gianfranco Zigoni è stato uno dei calciatori più discussi e più amati del calcio italiano tra gli anni Sessanta e i Settanta. Juventus-Roma, che si gioca sabato sera, è la sua partita: arrivò in giallorosso nel '70 con Vieri e Del Sol, in cambio andarono alla Juve Capello, Spinosi e Fausto Landini.

GLI ANNI DEL GENOA 
Era arrivato alla Juventus a 17 anni. Troppo giovane. In tre stagioni soltanto quattro presenze in A e un gol. La Juventus lo manda in prestito al Genoa, campionato 1964-65. "E purtroppo retrocediamo, di un punto", ricorda Zigoni. "Ma io a Genoa mi sono trovato benissimo. Il Genoa non dovrebbe retrocedere mai, è la squadra che ha più cuore, vederlo in B è come vedere tuo figlio che sta male. Io quell’anno mi sono presa una grossa soddisfazione: abbiamo vinto tutti e due i derby con la Samp, unica volta nella storia del Genoa, e io ho segnato sia all’andata che al ritorno. Per questo mi vollero anche in B. Qualcuno disse che era stato per colpa mia, perché avevo sbagliato un rigore contro la Roma. Ma ancora mancavano sei giornate alla fine del campionato". In un Genoa-Milan segna tre gol. Raccontano che Trapattoni lo paragonò a Pelé: "Quello che rimase incantato fu Gipo Viani, il tecnico dei rossoneri, che era delle mie parti", ricorda Zigoni.

IL PUGNO DI HERIBERTO 
Alla Juventus trova Heriberto Herrera. "Non vorrei definirlo un dittatore ma quasi. Lui voleva sempre vincere e noi calciatori siamo tutti stronzi. Lo scudetto del ’67, quello conquistato all’ultima giornata è merito suo. Noi avevamo già mollato, lui no. L’Inter tecnicamente era superiore, la Juve una squadra operaia. Però abbiamo vinto e ce lo siamo anche meritato. Credetemi, non è che la Juve avesse chissà quali favori dagli arbitri. Così come l’Inter oggi. A me quello che dà più fastidio è l’arbitro che decide che una partita deve andare in un certo modo e si mette a compensare gli errori. Una sera, dopo aver giocato in coppa Campioni, quella di allora, mica la coppetta di adesso, contro l’Olympiakos, Heriberto bussa, entra in camera e mi assesta un pugno sullo stomaco. E urla: "Tua madre è una santa e tu sei un hijo de puta". Io reagisco e poco dopo parliamo come se nulla fosse. Gli chiedo: ma perché? E lui: durante la partita il difensore greco che ti marcava, è andato due volte all’attacco".

LA CRISI 
Zigoni entra in crisi. "Mi sono preso un esaurimento nervoso. Heriberto mi ha distrutto mentalmente. Però era onesto, giocava chi era in forma. Alla Juventus mi sentivo un numero. Non mi sono mai abituato al taglio dei capelli imposto dalla società, alle telefonate di controllo alle 10 di sera. Mi sembrava di stare in un campo di concentramento. Nell’ultima stagione in bianconero dicevo all’allenatore Rabitti: non ho voglia di giocare". Quell’anno soltanto 14 partite, 4 gol "Ma ci sono rimasto male ad andar via della Juve. Traspedini, mio compagno, mi dice: 'Che culo che hai avuto ad andare a Roma', anche se lui in giallorosso non c’era mai stato".

ALTRO HERRERA, ALTRI GUAI 
Dopo una stagione deludente alla Juventus, l’inizio a Roma non è stato facile. "Herrera mi faceva giocare poco. Si era pure sparsa la voce che ero l’amante della sua donna. Niente di più falso. Poi le cose migliorarono e Roma mi è rimasta nel cuore. Magari ci fossi arrivato prima". A Roma coltiva un altro hobby: il tiro ai lampioni. "Eravamo in ritiro a Grotteferrata, Herrera andava a trovare la sua donna e noi lasciavamo il ritiro e andavamo a piedi a Frascati, Petrelli aveva una pistola: quanti lampioni in frantumi". La storia si ripete a Verona. "In ritiro sparavamo dalle finestre, dopo Mascalaito ero il miglior pistolero. Oggi finiremmo tutti in galera". La Roma gioca un’amichevole col Santos di Pelè. "Mi avevano paragonato a lui. Io quella partita praticamente non la giocai, anche se stavo in campo. Lo guardavo incantato: ha fatto due, tre cose soprannaturali. Ad un certo momento, grande stacco di testa, sembrava che si fosse fermato in aria. “Allora, Pelè, vuoi venire giù?” Ma per me i più grandi sono sempre Maradona e Sivori, due sinistri immensi. Pelè era più forte atleticamente".

VERONA, CHIESA E PELLICCIA 
Due stagioni a Roma, poi la cessione al Verona. "Mi sono messo a piangere, ma che vita a Verona". Sei stagioni, il 5-3 inflitto al Milan nel '73 che regala lo scudetto alla Juve, la squadra che Zigo ha amato meno. Per qualche tempo vive in una parrocchia. "Monsignor Augusto mi aveva preso a ben volere. Così ho vissuto nella chiesa di San Giorgio in Braida, stupenda sulle rive dell’Adige (con dipinti di Tintoretto e Veronese, ndr). Mi stavo convincendo ad andare per un mese in un convento di frati camaldolesi. Sono andato a visitarlo, mi ha aperto un frate polacco dalla lunga barba bianca. Era stato calciatore e sapeva tutto di me. Sembrava di stare in un film. Mai poi tante donne si son messe a piangere. Dai Zigo, non puoi lasciarci. Mica potevo far piangere tutte quelle donne. E il mese in convento è saltato. "Un giorno Valcareggi mi dice che non mi avrebbe fatto giocare. E gli dico:"Ma come? Tiene fuori il più grande giocatore del mondo?". Comunico ai compagni che sarei andato in panchina con pelliccia e cappello da cowboy, in cinque scommettono che non l’avrei fatto. 
E invece presi posto sulla panchina del Verona conciato in quel modo".

LA COLAZIONE DI GUIDOLIN 
Nel Verona di Zigoni c’è anche un giovane centrocampista timido di 18 anni, è Francesco Guidolin, oggi allenatore del Palermo. "Dormivamo in camera insieme. Valcareggi mi consentiva di alzarmi più tardi. Checco, dico a Guidolin, portami la colazione alle 10. E una mattina alle 8 sento Francesco che usciva dalla stanza piano, piano per non svegliarmi". "In un Verona-Lazio, Ammoniaci, il terzino che forse ricordava i due gol che gli avevo fatto quando lui giocava nel Cesena, mi tratteneva per la maglia in continuazione. Non ne potevo più e gli ho mollato un cazzotto. Ammoniaci cade per terra senza dare segni di vita. Guidolin mi venne vicino: "Dio Bon, Zigo è morto". E io: 'Speriamo così non mi trattiene più per la maglia' ". Quattro giornate di squalifica. Ne prende invece sei dopo un Verona-Vicenza. "A una mia protesta, un guardalinee mi si avvicinò e mi disse 'Cadi sempre, non stai in piedi'. Era vero, ero stato con una donna fino alle cinque del mattino, Lo mandai a quel paese. A fine partita sto parlando col mio amico Faloppa del Vicenza. Arriva il guardalinee e mi chiese cosa gli avessi detto durante la partita. E io: 'Come ti permetti di interrompermi mentre sto parlando. La bandierina te la cacci su per il culo'. Mi costò sei giornate di squalifica e sei mesi di stipendio".

I VERI RIMPIANTI - "Un giorno Valcareggi mi disse che se avessi fatto una vita più regolata, sarei stato il più grande calciatore italiano. Ma ero fatto così. Quando ero in giornata e avevo voglia non bevevo e non fumavo. Per il resto: 40 Malboro al giorno, il whisky dopo pranzo, le birre, le donne: o ero un fenomeno io o erano scarsi gli altri. Mi sento fortunato. I rimpianti veri? I miei genitori che sono morti giovani, aver perso una nipotina di 4 anni. Ecco perché non potrò mai capire Pelè e Maradona che litigano per stabilire chi è stato il più grande"
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Gianfranco Zigoni nell'estate del '61 approda al settore giovanile della Juventus e debutta in A con la maglia bianconera all'età di 17 anni e 15 giorni il 10-12-1961, in Udinese-Juve 2-1. Alla Juventus rimane fino al 1964, poi un biennio al Genoa (1964-1966), dove diventa un idolo della gradinata Nord (8 gol in A e 8 in B). Nel '66 il ritorno a Torino: vince lo scudetto del '67 e resta fino al '70.

Zigoni si esibisce nella Roma per due stagioni, dal '70 al '72, e in campionato gioca 49 partite e segna 12 reti. Nel '72 il ritorno al Nord, a Verona. Questo il suo bilancio in gialloblù: 106 gare e 20 reti in A, 33 gettoni e 9 centri in B.

Zigoni chiude la carriera professionistica a Brescia: due anni in B, dal 1978 al 1980, 40 gare e 4 gol.
In Nazionale Zigo-gol vanta una presenza, il 25-6-1967 a Bucarest, Romania-Italia 0-1, partita valida per le qualificazioni all'Europeo '68. Oggi Zigoni allena i bambini (6-10 anni) del Basalghelle

E PER FINIRE...
Quella volta... che Valcareggi lo escluse dalla formazione titolare del Verona, e lui si presentò in panchina a Bentegodi con una pelliccia di volpe e un cappello da cowboy. «Ma la domenica dopo il vecchio Valca mi fece giocare».

Quella volta... in cui si fece cucire la Zeta («Di Zigoni e di Zorro») sui pantaloncini. «Fui il primo, trent'anni fa non si usava. E fui anche il primo a giocare con le scarpe rosse e gialle. Sono sempre stato uno spirito libero, ero sempre me stesso, nel bene e nel male: non come i calciatori di oggi che sembrano fatti con la fotocopiatrice. A quei tempi, giravo in Porsche. Oggi ce l'hanno tutti. E allora vado in bici».

Quella volta... che in ritiro con la nazionale Juniores tirò addosso a Boninsegna una palla da biliardo. «Era appena arrivato in Nazionale e voleva fare tutto lui: battere le rimesse laterali, le punizioni, i calci d'angolo e allo stesso tempo andare a colpire di testa. Gli ho fatto capire chi comandava». Mancò di un niente l'occhio di Bonimba, che da quel giorno girò al largo dalle punizioni e calci d'angolo.

Quella volta... che ebbe una discussione con l'allora allenatore della Juventus Heriberto Herrera, lo alzò da terra, chiamò la squadra sotto la finestra della sua stanza e lo lasciò ciondolare nel vuoto per un paio di minuti. «Cominciò lui, perché mi diede a freddo un pugno sullo stomaco. A quel punto non ci vidi più: meritava una lezione».

Quella volta... che andò a discutere il contratto col presidente del Verona Garonzi e sapendo che questi teneva una pistola nel cassetto della scrivania, aspettò il momento opportuno, aprì il cassetto, prese al volo la pistola e gliela puntò. Uscì dall'ufficio con un sostanzioso aumento.

Quella volta... a che all'esordio in Nazionale a Bucarest nel '67 giocò («Divinamente, d'altronde ero il più forte...») solo un tempo, poi nella ripresa decise che era meglio riposare. «Faceva un caldo terribile. Nel secondo tempo Rivera andò a cercarsi l'ombra sotto la tribuna, e gli altri fecero più o meno lo stesso. E perché io dovrei essere l'unico a correre?, pensai. Esordiente sì, ma cretino no». L'Italia vinse, ma da quel giorno "Zigo" non giocò più in maglia azzurra.

Quella volta... che dopo un Lazio-Juve uscì in mutande all'Olimpico, perché il difensore che lo marcava non riuscendo a stargli dietro gliele aveva sfilate. «Con le regole di oggi, se qualcuno cercasse di fermare uno come Zigo si beccherebbe il cartellino rosso dopo cinque minuti. Dicono che una volta si giocava al rallentatore? Balle. Questi di oggi corrono, perché non sanno fare altro. Si chiamano "calciatori" perché calciano tutto quello che gli capita sotto tiro. Noi eravamo "giocatori", perché ci piaceva giocare».

Quella volta... che alla Roma prima di una punizione dal limite finse di litigare con Bob Vieri (il padre di Christian) e cominciò a tirargli la barba. «Era un modo per far perdere la concentrazione al portiere». Inutile dire che tirò la punizione e segnò.

Quella volta... che l'amico Logozzo protestò perché in ritiro tutta la squadra era costretta ad alzarsi alle 8 mentre Zigo poteva starsene a letto fino a quando gli pareva. «Valcareggi lo prese da parte e gli disse: quando avrai anche tu due piedi come Zigoni, allora potrai dormire fino a mezzogiorno».

Quella volta... che sulla sua Porsche azzurra, per evitare un trattore, uscì di strada, fece due-tre capriole, finì in un fosso, distrusse la macchina, non si fece un graffio e si finse morto. «Stavo tornando a casa dopo l'allenamento, ma andavo piano, te lo giuro. Dietro di me e 'erano Maddè e Costa, il medico del Verona. Scesero dalle loro auto e corsero a prestarmi soccorso. Appoggiai la testa sul volante e finsi di essere morto: quando si avvicinarono di corsa al finestrino, sorrisi e gli feci l'occhiolino. Per poco non schiattarono lì sul posto».

Quella volta... che sognava di morire sul campo, con la maglia del Verona addosso. "M’immaginavo i titoloni dei giornali e la raccolta di firme per cambiare il nome allo stadio: non più Bentegodi, ma Gianfranco Zigoni. La radio avrebbe gracchiato: ‘Scusa Ameri, interveniamo dallo Zigoni di Verona...’"

Quella volta... che nel corso di un Verona-Vicenza, amichevole di fine stagione (con Vendrame dall'altra parte: che partita!), si destò dal suo torpore endemico, saltò in dribbling 4 avversari e infilò il pallone all'incrocio dei pali, salvo poi andare dritto negli spogliatoi, a 20 minuti dalla fine della gara. Risultato? Gli ultimi 20 minuti si giocano in un silenzio assoluto, perchè il pubblico ha abbandonato letteralmente lo stadio quando il suo idolo ha deciso di uscire dal terreno di gioco.

Quella volta... che si è guardato alle spalle. «Sono stato fortunato. Mi sono divertito un sacco. Rifarei tutto, non rimpiango niente. Ho giocato a calcio per vent'anni (ha esordito nel '61, a diciassette anni, con la Juve, poi ha vestito le maglie di Genoa, Roma, Verona e Brescia, dove ha chiuso nel 1980, n.d.a.) e dappertutto mi hanno voluto bene. Sto bene con me stesso, e questa è la cosa più importante. Adesso insegno ai bambini a giocare a calcio (è responsabile della scuola calcio dell'Opitergina)»

Quella volta che disse:"Sono il Pelé bianco". E qualcuno finì per crederci, «io per primo...».
Gianfranco Zigoni oggi

Da Terravecchia. Sentita questa da un famigliare: Domenico lo vuole il Milan? Verso i cugini nessuna preclusione. Noi lo volevamo all'inter come ci era stato promesso. Vada dove vuole. Anche al diavolo, basta che non va da quei ladri! Da quella vecchia bagascia mai!

Noi avvocato ci auguriamo che sia fatta chiarezza e giustizia…. “Ce lo auguriamo tutti e che venga fatta nei confronti di chi effettivamente abbia commesso illeciti”. Solo Roberto Beccantini e la Gang del diabolico-infame Cannavo (vabbè  lui e già all'inferno) vogliono che le cose restino cosi: la Juve, Giraudo e Moggi annientati! Nel Campionato "incriminato" 2004/05 la Juve perse solo tre gare! Due gare furono arbitrate da De Santis. E questo sarebbe il capo della cupola? Pensa gli altri.
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