venerdì, dicembre 21, 2012

GLI IMMORALI DEL CALCIO ITALIANO: IL GALEOTTO MASSIMO CELLINO


GALEOTTO CELLINO AL BUON CAMMINO
Sintesi di alcune delle innumerevoli malefatte di massimo cellino)

Il Comune di Quartu Sant'Elena non da al Cagliari il nulla osta per l'agibilità dello stadio Is Arenas per la la disputa della partita Cagliari-Juventus costringendo la Lega di serie A, appena 48 ore prima dell'Orario d'inizio della Gara a trovare un'altro Stadio. La cui scelta di far disputare Cagliari-Juventus di venerdi 21 dicembre cade sullo stadio Tardini di Parma. Ma la cosa non piace al presidente del Cagliari...il famigerato Massimo Cellino, il quale, sceglie un'intervista a Sky Sport 24 per vomitare tutto il suo veleno attaccando pesantemente la Juventus con gravissime allusioni...che sembrano delle vere e proprie accuse diffamatorie: 
PARLA, IL DISONESTO MASSIMO CELLINO
"Perché non giochiamo a Cagliari? Chiedetelo alla Juventus  
E io provo un profondo senso di vergogna e di imbarazzo pur avendo fatto l'impossibile per dare unao stadio alla nostra squadra e alla nostra terra. So semplicemente dire che c'è stata un'agibilità data in ritardo e la Lega aveva dato già le carte ufficiali dove stabiliva Parma; per cambiare quella destinazione ci voleva a quel punto la disponibilità dell'altra squadra, che è la Juventus, non l'ha data, era suo diritto non darla, nulla da eccepire, ha esercitato un suo diritto, dimostrando che le faceva più piacere giocare a Parma che a Cagliari, non so che vantaggio abbia.." 

E poi ha rincarato la dose: "Gli auguriamo la giustizia del dio del calcio e dello sport, se esiste, perché noi pensavo che fosse un vantaggio e un privilegio non essere coinvolti con allenatore, giocatori in nessuno scandalo, con i bilanci a posto, con tutto in regola, magari non abbiamo tutti gli scudetti e le stelle sulla maglietta, che noi ce la sentiamo dentro questa stella nel cuore. 

Il nostro difetto di sardi è quello di rispettare tutti, di accettare e osservare le leggi e non di farle a nostro piacimento e non di approfittarne. Io sono da 21 anni presidente del Cagliari, insistere con la Lega e andare al braccio di ferro con la Juventus affinché dovesse venire a Cagliari quando noi l'anno scorso con 20 ore di preavviso abbiamo spostato la partita a Trieste con la Juventus dalle 3 di pomeriggio alle 9 di sera rimborsando 6.000 biglietti e causando danni incredibili ai nostri tifosi annullando voli charter...

L'abbiamo fatto; siamo andati a giocare a Brescia contro il Genoa con 24 ore di preavviso e l'abbiamo fatto senza batter ciglio. In questo caso pur essendo stata colpa delle nostre istituzioni e non del Cagliari la Juventus non è voluta venire, è un suo diritto, ne prendiamo atto. 

Io ho sempre cercato di dare il buon esempio in Lega, tenendomi la coscienza a posto e la fedina penale sportiva pulita". Queste le sgradevoli parole, farcite di pesanti e insultanti allusioni, di Massimo Cellino verso il club bianconero. C

i augureremmo anche noi la giustizia del dio del calcio, che di pulizia da fare ne avrebbe tanta e di torti da raddrizzare pure. Purtroppo sinora abbiamo solo avuto a che fare solo con una 'presunta giustizia' sportiva e tante incompetenze.

Massimo Cellino, il padrone del Cagliari, e' quello stesso Massimo Cellino che e' stato arrestato e chiuso in gabbia per 8 giorni e poi ha patteggiato un anno e 2 mesi per la nota truffa da 24 miliardi di lire ai danni dell‘UE e del ministero delle Risorse agricole: con il semolificio di famiglia (la Sem, import-export di granaglie, ora fallita), il delinquente truccava i carichi di merce per l'Africa. Dopo il tracollo, i fratelli han pubblicato inserzioni a pagamento sui giornali per chiarire che Massimo non aveva piu' alcun rapporto col resto della famiglia ("ripudiato"!).

Non solo, lo stesso Massimo Cellino ha avuto pure due condanne per falso in bilancio, una provvisoria a 10 mesi per la Sem e l’altra definitiva a 10 mesi per il Cagliari Calcio: nel bilancio mancava un debito di 2 miliardi col procuratore Paco Casal per la vendita di Daniel Fonseca al Napoli di Ferlaino.

In seguito alla truffa del grano, ha avuto un contenzioso col ministero dell‘Economia: l’ufficio delle Entrate gli chiede sulle prime 1800 miliardi, poi il debito scende di parecchio; intanto altri creditori, fra cui il suo ex avvocato, gli pignorarono l’abitazione, una bella villa nel centro di Cagliari. Una dimora decisamente sorprendente, se si pensa che l’ultima dichiarazione dei redditi conosciuta attribuiva a Cellino un reddito da miserabile (2500 euro l’anno) e la proprieta' di una motocicletta. Nessuna traccia delle auto di lusso e del famoso motoscafo “Riva” sui quale spesso facevqa le sue comparsate. Il furbo Cellino, ora si e' trasferito con tutta la famiglia a Miami, dove soprattutto non c’e' reciprocita' giuridica con l’Italia. Viva l'America! Urla il disonesto Cellino!

Ma il delinquente, ha continuato a far danni anche a Cagliari. Alle regionali 2004 l‘ex governatore forzista Mauro Pili lo candidava, ma non riesci' a farlo eleggere. In compenso la giunta di Cagliari (sindaco Emilio Floris, FI) avrebbe voluto regalargli la concessione dello stadio Sant’Elia, perche' lui lo abbatta e lo ricostruisca con annessi supermarket, cinema ecc. ecc.. L’operazione salto' perche' la Nuova Sardegna fece notare che Cellino aveva un vecchio contenzioso proprio col Comune: non pagava l’affitto dello stadio. A quel punto gli amici amministratori (il presidente del consiglio comunale era direttore generale del Cagliari, il capo dell‘opposizione di centro era l'avvocato che gli ha preparo' il piano per agguantare lo stadio) provarono a dargli il Sant’Elia in diritto di superficie. Ma la cosa sfumo' perche' cafone Cellino penso' bene d’insultare pubblicamente sindaco e assessori che perdevano troppo tempo a discutere.

Cellino diventa presidente del Cagliari nel ‘92 quando i precedenti proprietari, i fratelli Orru', cededettero la societa' per il 50% a lui e per l‘altro 50 a una misteriosa finanziaria napoletana, la Palco. Chi c’era dietro la Palco? Il presidente del Napoli Corrado Ferlaino, che dava una mano a Cellino su richiesta del comune amico Franco Ambrosio, il “re del grano “poi arrestato per camorra e bancarotta. Cosi', per due anni, Ferlaino controlla, oltre al Napoli, un altro club di serie A. Guarda caso,  il Napoli acquista dal Cagliari, a prezzo stracciato, Fonseca. Ma Cellino continua a negare l’esistenza della Palco ferlainiana: alla fine pero' la cosa verra' fuori in tribunale.
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Le partite truccate: Trieste, partite sotto inchiesta   
Intercettazioni della Procura, sospetti su dieci partite di B nel 2002-03: interrogati i presidenti della Triestina (Berti) e del Cagliari (Cellino)
       
TRIESTE, 14 aprile 2005 - Scatta un'altra inchiesta sul mondo del calcio. La Procura della Repubblica del tribunale di Trieste ha disposto ispezioni e controlli, finalizzati all'acquisizione di documenti, nelle sedi di varie squadre di serie A e B. Le verifiche, in corso da stamani da parte dei militari del Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria di Trieste, sono state disposte nell'ambito di un'inchiesta avviata nelle settimane scorse dalla stessa Procura per analizzare presunte irregolarità nello svolgimento di alcune partite del campionato di serie B 2002-2003. Sempre stamattina sono stati convocati il presidente della Triestina, Amilcare Berti, e quello del Cagliari, Massimo Cellino, per un interrogatorio in qualità di persone informate dei fatti. Da quanto si è riusciti a sapere, pare che finora non vi siano persone iscritte nel registro degli indagati.

Tutto ha preso avvio dopo alcune telefonate intercettate nel corso di un'altra indagine, relativa a presunte irregolarità nelle gare di appalto per i servizi delle mense scolastiche comunali. Nell'ambito di questa prima inchiesta - nella quale sono indagati il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, e il vicesindaco, Paris Lippi - la Procura aveva deciso di tenere sotto controllo il telefono del presidente della Triestina, per verificare le ipotesi di eventuali collegamenti fra le gare di appalto per i servizi di mensa e le sponsorizzazioni della squadra di calcio del capoluogo giuliano. Fra le telefonate intercettate vi sono quelle relative a conversazioni avute da Berti nell'agosto del 2003, nel pieno della bufera sul ripescaggio di alcune squadre in serie B, con i presidenti del Cagliari (Cellino), del Genoa (Enrico Preziosi) e del Livorno (Aldo Spinelli).

Oltre a Berti e Cellino, la Procura di Trieste ha convocato anche Preziosi e Spinelli per ascoltarli, sempre in qualità di persone informate sui fatti. In alcune di queste telefonate - si è saputo da fonti investigative - i magistrati della Procura hanno rilevato elementi che fanno ipotizzare presunte irregolarità nello svolgimento di alcune partite del campionato di calcio di serie B del 2002-2003. Due in particolare, cui ha fatto riferimento lo stesso Berti prima di entrare negli uffici della Tributaria: quella del 12 aprile 2003, persa dalla Triestina ad Ancona per 3-0, e quella del 10 maggio 2003, persa dalla Triestina a Napoli per 2-1, proprio quando la squadra giuliana era in piena corsa per la A.

Dopo gli interrogatori si è appreso che le partite sospette sarebbero dieci. Oltre alle due citate, gli altri incontri di cui si sarebbe parlato sono Catania-Cagliari, Cagliari-Ancona, Venezia-Cagliari, Catania-Ternana e Ancona-Genoa. Sospetti sono emersi anche su altre tre partite, sulle quali, però non sono emersi particolari.
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Trieste, la nuova inchiesta sulle partite truccate: sotto accusa dieci match di serie B 
«Hanno pagato il mio portiere, così ho perso»

DAL NOSTRO INVIATO TRIESTE
Dopo il presidente del Cagliari Massimo Cellino e quello della Triestina, Amilcare Berti, ieri è toccato a Enrico Preziosi, presidente del Genoa, rispondere alle domande del pubblico ministero di Trieste Giorgio Milillo. L' inchiesta è quella sulle presunte irregolarità di una serie di partite di serie B del campionato 2002 2003. Dieci in tutto. Ma sono due quelle osservate con maggiore attenzione dalla Guardia di finanza del nucleo tributario: quella del 12 aprile 2003, persa dalla Triestina ad Ancona per 3 a 0, e poi Napoli Triestina del 10 maggio 2003, che si è conclusa con la vittoria dei partenopei per 2 a 1, proprio quando la Triestina era in corsa per la A.

Frode sportiva è l' ipotesi di reato, per ora contro ignoti. In sintesi, partite truccate. E un altro filone sta interessando gli investigatori: quello sui diritti tv. Fiorentina e Genoa, in base a una serie di telefonate intercettate, avrebbero ottenuto un trattamento privilegiato.

LE INDAGINI L' inchiesta, nata da un' altra indagine sulle mense scolastiche, si fonda su otto mesi di intercettazioni telefoniche. Al centro c' è Berti, presidente della Triestina, che parla con altri patron. È il 16 agosto del 2003. Berti discute con Preziosi. Berti: « Così è che si comprano le partite, e la mia se la sono comprata. Ancona Triestina se la sono comprata ».

Dall' altra parte Preziosi: « Ma scusa, Giacchetta ( nel Genoa, ndr ) si è preso 200 milioni a Genova, gli ho messo le mani addosso negli spogliatoi. Pieroni l' ha toccato là e gli ha dato i soldi e alla fine mi ha confessato. Ma io che cosa devo fare con questa gentaglia? » .

Su Ancona Genoa, vinta dai marchigiani, il patron della squadra ligure ieri ha confermato la telefonata, precisando però che si tratterebbe di voci riferite. Ed è sempre Berti che il 7 agosto 2003, parlando con Massimo Cellino, patron del Cagliari, afferma che « l' Ancona si è comprato tutto il campionato » .

E ancora: « Mi hanno derubato, Napoli e Ancona mi hanno fatto perdere la partita ». Sulla discussa Ancona Triestina, Berti chiacchierando con Preziosi si sfoga: « A me hanno comprato Angelo Pagotto » , all' epoca titolare e portiere della squadra alabardata. Il calciatore dopo quella partita è finito in panchina e poi ceduto.
CON CELLINO 
Amilcare Berti e Massimo Cellino, presidente del Cagliari, parlano al telefono il 20 agosto 2003.
Cellino: « Se sono vere le notizie che mi sono arrivate si sono comprati le partite a Catania contro il Cagliari. Denuncerò Gaucci e il Catania » .
E Berti: « Si sono comprati, io so anche quanto l' hanno pagata quella con il Venezia » .

Cellino: « Denuncio tutto, a questo punto Gaucci che vuole passare per quello che salva il Catania si è comprato mezze partite per l' Italia... si è comprato quelle con la Ternana, con il portiere che si è preso quel povero Spinelli, Mareggini... Poi Pieroni ha cercato di comprarsi la mia a Cagliari, e io ho buttato fuori squadra Cudini, che lo volevo denunciare e l' ho dato via... sai chi l' ha preso? Il Genoa. E Grassadonia ( difensore del Cagliari, ndr ) si è venduto la partita col Venezia. Sai chi l' ha preso? Il Venezia » . Berti tira fuori anche la Juventus parlando con Pastorello, presidente del Verona:
« Sai Fabiani, attuale direttore sportivo del Messina... era collaboratore di Moggi e per lui comprava le partite della Juve » .

Ora la Procura di Trieste interrogherà probabilmente tutti i calciatori citati nelle intercettazioni. Per il filone diritti tv non si esclude venga sentito anche Galliani, presidente della Lega Calcio e vice presidente del Milan, molto discusso nelle telefonate registrate. Mercoledì tocca a Spinelli, presidente del Livorno.
PRESIDENTI DAL PM 
Massimo Cellino presidente del Cagliari: Se sono vere le notizie che mi sono arrivate, si sono comprati le partite a Catania...
Amilcare Berti presidente della Triestina: So anche quanto l' hanno pagato quel risultato ottenuto dal Venezia Enrico Preziosi presidente del Genoa Quello si è preso duecento milioni... Ma che devo fare con questa gentaglia?
Marrone Cristina -(16 aprile 2005) - Corriere della Sera 
http://archiviostorico.corriere.it/2005/aprile/16/Hanno_pagato_mio_portiere_cosi_co_8_050416027.shtml 
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LUCIANO GAUCCI
 «Cellino mi offrì 10 milioni per mandare in C il Catania»
TRIESTE. E’ ancora bufera attorno all’inchiesta avviata dalla Procura di Trieste su dieci partite di serie B che potrebbero essere state «truccate» nella stagione 2002-2003.

L’ex presidente del Perugia Luciano Gaucci, tirato in ballo nelle conversazioni telefoniche intercettate tra il presidente della Triestina Amilcare Berti e quello del Cagliari Massimo Cellino, è passato al contrattacco. E’ quasi un regolamento di conti tra accuse, controaccuse e minacce di querela. E spuntano anche nuove, scottanti rivelazioni.

Gaucci innanzitutto smentisce di essere stato coinvolto, durante il campionato di serie B 2002-2003, in presunti tentativi di combine: «Sono all'oscuro di tutto. Cellino dice che ho comprato Catania-Cagliari? Che mi importa di lui... Io non so niente di questo argomento e, se mai ci fosse stato qualcuno che si è comprato le partite, vuol dire che qualcun altro se l' è vendute. Non è che l'esito di una gara si può decidere a senso unico».

Ma allora come spiega Gaucci che siano state messe in giro certe voci? Chi avrebbe permesso queste cose? Gaucci è durissimo con il presidente del Cagliari: «In quella telefonata diceva che avrebbe denunciato me e il Catania? - dice - No, sarò io a denunciare lui per aver fatto certe illazioni. Ora gli faccio una bella querela, perchè il signor Cellino è quello che mi offrì 10 milioni di euro per mandare il Catania in serie C, quando stavamo facendo le cause. Io, giustamente, non accettai».

«Il signor Cellino lo denuncerò per i 10 milioni di euro che mi offrì a suo tempo e per queste sue dichiarazioni sulle partite vendute. Anzi, sporgerò querela contro chiunque farà illazioni su cose che da parte mia non esistono. Poi, da parte loro, non so».

Cellino si difende. «Io non ho rilasciato alcuna dichiarazione pubblica contro Gaucci, quindi non so a cosa si riferisce. Quello che dice lui non conta». Apparso infastidito dalle affermazioni di Gaucci, Cellino ha preferito non rispondere alle accuse. «Vorrei evitare di fare commenti - ha detto al telefono il presidente del Cagliari - anche perchè certe cose si commentano da sole.

A cosa si riferisce Gaucci? Non mi risulta di aver fatto nessuna dichiarazione pubblica e nessuna illazione». Una zuffa verbale che rischieràdi approdare nelle aule giudiziarie. Anche l’ex presidente dell’Ancona Ermanno Pieroni (ora in libertà ma che era stato arrestato il 7 agosto scorso per bancarotta fraudolenta e di truffa ai danno dello Stato) e l’ex terzino del Cagliari Grassadonia minacciano azioni legale.

Oggi, intanto, il pm Milillo interrogherà il presidente del Livorno Aldo Spinelli che sarà sentito in qualità di testimone perchè citato nelle conversazioni telefoniche intercettate. m.c. 19 aprile 2005

15 Aprile 2005 13:16:40: Oggetto: Partite trucacate 

15/04/2005 13.04.00La telefonata intercettata tra Berti e Cellino (Il Giornale di Sardegna)

Si torna a parlare di partite truccate, a neanche un anno dalla vicenda che coinvolse, ta gli altri, Stefano Bettarini, il Modena e il Chievo. La Procura di Trieste indaga ed ecco in un’intercettazione telefonica il dialogo tra Massimo Cellino, presidente del Cagliari, e Amilcare Berti, numero uno della Triestina.
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È il 20 agosto 2003. Siamo in piena rivolta per la decisione della Lega di portare la serie B a 24 squadre. Il torneo cadetto si ribella e a capo dei rivoltosi c’è proprio il presidente del Cagliari Cellino. Che in questo dialogo telefonico, intercettato dalla Procura di Trieste, parla con il collega della Triestina Amilcare Berti. Si parla della Fiorentina, pietra dello scandalo. E da lì si arriva a partite accordate. Ecco il dialogo tra Massimo Cellino ed Amilcare Berti come riportato dal quotidiano di Trieste “Il Piccolo”.
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Cellino: «Domattina la Fiorentina si incontra con Sky per firmare il contratto della serie B da sola».
Berti: «Berlusconi»
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Cellino: «Ma ti rendi conto dove stiamo andando? Ma Berlusconi ha visto le dichiarazioni che ho rilasciato sull’agenzia Kilometri?»
Berti: «Cosa hai detto?»
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Cellino: «Ho detto che Pinochet era un bambino in confronto a lui»
Berti: «No, io dico che sono berlusconate, che si dovrebbe vergognare...»
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Cellino: «Ma guarda che gli si rigira.. sai quanta merda gli si ritorna attorno a Berlusconi per questo storia qui? Tu pensa domenica che casino è che non parte, che tutti non si presentano alla Coppa Italia...»
Berti: «Io non la gioco, tanto l’Atalanta...»
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Cellino: « Venerdì io gioco col Piacenza. Io non ci vado, sto rimborsando i soldi dei biglietti, io non ci vado, ho già detto all’allenatore e ai giocatori se vogliono trovarsi delle squadre se le trovino. E ho già detto al mio direttore sportivo che viene dal Catania che se sono vere le notizie che mi sono arrivate, si sono comprati le partite a Catania contro il Cagliari. Denuncerò Gaucci e il Catania».
Berti: «Si sono comprati, io so anche quanto l’hanno pagata quella col Venezia».
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Cellino: «Denuncio, denuncio tutto. A questo punto Gaucci, che vuole passare per quello che salva il Catania, si è comprato mezze partite per l’Italia... Si è comprato quella con la Ternana, con il portiere che si è preso quel povero Spinelli, Mareggini...»
Berti: «Pieroni si è comprato la mia con..»

Cellino: «Pieroni ha cercato di comprarsi la mia a Cagliari e io ho buttato fuori squadra Cudini, che lo volevo denunciare e l’ho dato via... Sai chi l’ha preso? il Genoa».
Berti: «Si, si..»

Cellino: «Grassadonia si è venduto la partita col Venezia. Sai chi l’ha preso? Il Venezia»
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Gaucci contro Cellino: "Mi offrì 10 milioni di euro per mandare il Catania in serie C"."Sarò io a denunciare Cellino"!

Il Patron del Perugia Luciano Gaucci passa al contrattacco e, ai microfoni dell’agenzia radiofonica GRT, smentisce il suo coinvolgimento su presunti tentativi di combine durante il campionato di serie B del 2002-2003: "Sono all`oscuro di tutto. Cellino dice che ho comprato Catania-Cagliari? Ma che mi importa di lui. Io non ne so niente di questo argomento e, se mai ci fosse stato qualcuno che si è comprato le partite, vuol dire che qualcun altro se l’è vendute. Non è che l’esito di una gara si può decidere a senso unico. Allora, come mai lui o chi per lui ha permesso queste cose?".

Il bersaglio è il presidente del Cagliari Cellino: "In quella telefonata diceva che avrebbe denunciato me e il Catania? No, sarò io a denunciare lui per aver fatto certe illazioni. Ora gli faccio una bella querela, perché il signor Cellino è quello che mi offrì 10 milioni di euro per mandare il Catania in serie C, quando stavamo facendo le cause. Io, giustamente, non accettai. Il signor Cellino è un uomo poco perbene. Lo denuncerò per i 10 milioni di euro che mi offrì a suo tempo e per queste sue dichiarazioni sulle partite vendute. Anzi, sporgerò querela contro chiunque farà illazioni su cose che da parte mia non esistono. Poi, da parte loro, non so".

Ecco alcuni stralci delle intercettazioni telefoniche che hanno dato il via all'inchiesta.

Il 20 agosto 2003 Massimo Cellino chiama Amilcare Berti. È in corso in quei giorni lo sciopero della serie B per i diritti televisivi.
Cellino: «Domattina la Fiorentina si incontra con Sky per firmare il contratto della serie B da sola».
Berti: «Berlusconi». Cellino: «Ma ti rendi conto dove stiamo andando? Ma Berlusconi ha visto le dichiarazioni che ho rilasciato sull'agenzia Kilometri?» Berti: «Cosa hai detto?»

Cellino: «Ho detto che Pinochet era un bambino in confronto a lui».
Berti: «No, io dico che sono berlusconate, che si dovrebbe vergognare...»

Cellino: «Ma guarda che gli si rigira.. sai quanta merda gli si ritorna attorno a Berlusconi per questo storia qui? Tu pensa domenica che casino è che non parte, che tutti non si presentano alla Coppa Italia...»
Berti: «Io non la gioco, tanto l'Atalanta...»

Cellino: «Venerdì io gioco col Piacenza. Io non ci vado, sto rimborsando i soldi dei biglietti, io non ci vado, ho già detto all'allenatore e ai giocatori se vogliono trovarsi delle squadre se le trovino. E ho già detto al mio direttore sportivo che viene dal Catania che se sono vere le notizie che mi sono arrivate si sono comprati le partite a Catania contro il Cagliari. Denuncerò Gaucci e il Catania».
Berti: «Si sono comprati, io so anche quanto l'hanno pagata quella col Venezia».

Cellino: «Denuncio, denuncio tutto a questo punto Gaucci che vuole passare per quello che salva il Catania, si è comprato mezze partite per l'Italia... si è comprato quella con la Ternana, con il portiere che si è preso quel povero Spinelli, Mareggini...»
Berti: «Pieroni si è comprato la mia con...»

Cellino: «Pieroni ha cercato di comprarsi la mia a Cagliari e io ho buttato fuori squadra Cudini, che lo volevo denunciare e l'ho dato via... sai chi l'ha preso? il Genoa».
Berti: «Si, si..» Cellino: «Grassadonia si è venduto la partita col Venezia. Sai chi l'ha preso? Il Venezia». 18 Aprile 2005
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In una conversazione del presidente triestino Berti con il suo collega Preziosi emerge il malessere per troppi incontri dal finale «strano».
Amilcare Berti chiama Enrico Preziosi, presidente del Como e del Genoa. Sono le 15.06 del 16 agosto 2003 e i due parlano per quasi dieci minuti.

Berti: «Siccome sono corretto nella gestione dell'azienda, sarei contento di fare un po' di casino».
Preziosi: «Io domani, io lunedì te lo dico, ti preavverto quando ho finito con Galliani. Con tutto questo casino perché io capisco che salvino Napoli e Roma , ma l'Ascoli, l'Ancona, Pieroni è sempre stato un delinquente... porca puttana».

Berti: «Quello è proprio un delinquente».
Preziosi: «No, non ha mai pagato nessuno».

Berti: «Si compra le partite, fa dei casini».
Preziosi: «Mi ha rubato quattro partite, ha toccato quattro volte i nostri giocatori, è uno che viaggia, è indagato dalla magistratura, tu lo sai che questo qui è indagato per riciclaggio. Ma vogliamo smetterla o no? Adesso Pieroni si considera parte offesa».

Berti: «Così è che si comprano le partite e la mia se la sono comprata Ancona, Ancona-Triestina, se la sono comprata...»
Preziosi: «Ma scusa, Giacchetta si è preso 200 milioni a Genova, gli ho messo le mani addosso negli spogliatoi.

Pieroni, l'ha toccato là, e gli ha dato i soldi e alla fine mi ha confessato. Ma io cosa devo fare con questa gentaglia qui?»
fonte. unione sarda e pianetanapoli
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E Cellino disse: «Mi ha garantito la serie A»
CI sono intercettazioni e inter­cettazioni, ci sono inchieste e in­chieste. Ci sono stagioni e sta­gioni. La Primavera dello scor­so anno, ad esempio, non dove­va essere periodo propizio per­ché potesse emergere alcuna “cupola” del calcio italiano. O, chissà, la Procura di Trieste era meno agguerrita di quelle tori­nesi, romane o napoletane. Il pm Giorgio Milillo inciampò in quelle conversazioni per caso, perché nell’estate del 2003 ave­va fatto mettere sotto controllo le utenze dell’allora presidente della Triestina, Amilcare Berti, e di altri dirigenti della società per una storia di mense e ap­palti comunali.

Ma quella del 2003 fu un’e­state molto calda per il calcio italiano, perché Luciano Gauc­ci, allora proprietario del Cata­nia al cui figlio Riccardo aveva affidato la presidenza, scatenò la “battaglia” dei Tar per riave­re i punti persi nella sfida con­tro il Siena che in quella gara schierò per errore il giocatore
Martinelli squalificato.

Un sassolino regolamentare inne­scò una devastante frana che mise in difficoltà i vertici del calcio, dal presidente federale Carraro a quello della Lega Galliani, ma anche lo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La soluzione fu il “mostruoso” campionato di B a 24 squadre con il ripescaggio del Catania, ma anche del Ge­noa, della Salernitana e della Fiorentina di Della Valle (che fece il famoso e famigerato “doppio salto” bypassando la C1 appena conquistata.

Prima di accettare questa soluzione poli­tica (pillola indorata dalle 6 promozioni concesse) i presi­denti “dissidenti” guidati da Massimo Cellino (Cagliari), Aldo Spinelli (Livorno) e ap­punto Berti eressero barricate (che non furono solo metafori­che, come accadde a Livorno) e bloccarono il campionato. I ma­gistrati, così, “incrociarono” te­lefonate di fuoco in cui si parla­va di partite comprate, di favo­ri politici, garanzie di promo­zione.

Rileggiamone una delle 19,42 del 20 agosto 2003 tra Massimo Cellino e Amilcare Berti.
Cellino: «Sai cosa mi ha detto Galliani ieri notte? Non perde­re tanto ossigeno per i tuoi col­leghi che tanto te lo tirano in culo. Lo accettano tutti l’accor­do sui diritti televisivi. Mi ha detto che sono una manica di stronzi. Stai buono Cellino che vieni in A l’anno prossimo. Ber­ti, hai capito cosa mi ha detto?».
Berti: «Quando te l’ha detto?»

C: «Ieri sera. Mi ha detto vieni­tene in A e mandali a fanculo. Mi ha detto. Hai capito che la Lega di serie B «si deve staccare da quella di serie A. Secondo me Adriano Gal­liani dovrebbe dare le dimissio­ni ».

C: «Ma come posso sperare io che Galliani tuteli i nostri inte­ressi quando è un lavoratore di­pendente di Berlusconi. Ma con quale speranza… Poi questo po­veraccio si trova in mezzo a una strada senza uno stipendio e noi l’abbiamo messo a rappre­sentare i nostri diritti. Ma hai mai letto una dichiarazione di Galliani contro questa storia? Allora te ne racconto io una che ti fa capire a quale livello è Gal­liani. Sei seduto? Cerca di non cadere».
B: «Vai, vai».

C: «L’altro giorno hanno finito l’assemblea di serie A e vedo Preziosi appoggiato al muro e fuori dall’assemblea che parla­va come fanno i mafiosi con la bocca puntata verso il muro. Galliani gli era a fianco. Non so cosa stessero dicendo. So solo che quando la discussione è ter­minata, Preziosi ha sorriso e i due si sono scambiati una stret­ta di mano che non ho capito co­sa volesse dire. Non ci ho pen­sato sul momento, ma ieri not­te ci sono arrivato».
B: «Va bene, lasciamo stare, tut­to fa schifo…».

C: «La Fiorentina l’hanno por­tata in serie B… Hanno fatto la sommatoria dei voti che può prendere tra Catania, Genova, Fiorentina e Salerno. Ma le al­tre venti città?».(…)
B: «Sono d’accordo con te».

C: «Su questo può cadere il go­verno, l’opposizione la cavalca. Vedrai se mi sbaglio io. Ma lo sai da dove nasce tutto? Berlu­sconi ha detto, fuori la politica dal calcio, giusto? Il giorno dopo gli hanno sparato quelli di Al­leanza nazionale. Gli hanno sparato il nome di Rivera. Hai capito? Gli hanno sparato il no­me di Rivera e come Berlusconi ha letto quel nome non ha capi­to più un cazzo. Ha preso l’aereo ed è venuto a Roma: ha fatto il decreto e fa dire al suo addetto stampa che lui è stato silenzio­so ».
B: «Beh, tanto ci vediamo ve­nerdì…».

C: «Secondo te non la vinciamo noi questa?»
B: «La vinciamo se stiamo uni­ti ».

C: «Domani il Coni si deve riu­nire per ratificare questa deci­sione ».
B: «Anche io ho dichiarato che non scendo in campo».

C: «(…) C’è chi non si compra le partite, ha i bilanci a posto, pa­ga le tasse. Inculato chi non si compra le partite, chi non com­pra i giocatori, chi hai bilanci a posto. Vanno a farsi proteggere dalla cupola, capisci? (…).

Ho speso nel mio piccolo tra sti­pendi e tutto, altri 15 miliardi per fare li un campionato di 24 squadre dove ci sarà un Genoa che a questo punto se lo porta­no in A assieme alla Fiorenti­na.

A questo punto aiuteranno oltre al Genoa e alla Fiorenti­na, la Salernitana, il Catania e anche loro andranno in seria A perché se è vero che comandano loro come fanno con gli arbitri, chi ci salva più? Ci ritroveremo io, te Spinelli e Zamparini in se­rie C l'hanno prossimo e decreti per noi non se ne faranno più».

I magistrati di Trieste effettua­rono perquisizioni in Lega e in­terrogarono i presidenti che di­chiararono di aver solo riferito frasi per sentito dire. Con tanti saluti alla cupola. 30 Maggio 2006
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QUESTO E L'AMILCARE BERTI PRESID DELLA TRIESTINA , CHE COME CELLINO, L'ILLECITO LO PORTA SCRITTO IN FRONTE! 


Mariano Grosi

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